Si è celebrato il Quarantennale del Gruppo Scout Roccasecca Dal nostro inviato Ferdinando ROCCASECCA – Non entravo nella palestra della scuola media di Roccasecca da almeno venti anni. Ma quando ci sono andato, la sera del 29 dicembre scorso, ho trovato volti che non vedevo da trent’anni. Un’occasione davvero speciale: la festa organizzata per celebrare il quarantennale del Gruppo Scout Roccasecca I. Non è stata una semplice celebrazione. Per l’occasione sono arrivati in tanti, da vicino e da lontano; c’era gente che è stata scout per una vita, chi lo è ancora, ma anche altri per i quali lo scoutismo è stata soltanto una breve parentesi. Eppure in moltissimi hanno sentito il richiamo irresistibile delle atmosfere del gruppo, il fascino del messaggio scout, la forza misteriosa che lega tutti coloro che hanno vissuto o vivono un’esperienza di vita irripetibile. C’era anche mio figlio che adesso è scout ad Ancona. Mi ha colpito il suo sguardo incantato con cui osservava i tipi più strani venirmi incontro ed abbracciarmi. “Vecchi ragazzi” che mi salutavano quasi sommergendomi, alcuni dei quali davvero non vedevo dagli anni settanta, anche a causa della mia lontananza ormai di lunga data da Roccasecca. C’era Pio, che poi è stato quello che ha dato inizio al tutto quando più di 40 anni fa venne da Roma a parlarci per primo di Baden Powell e ad aprire di fatto il gruppo. C’era il nucleo storico quasi al completo: Fabrizio, Antonino, Rocco, Antonio, Vittorio, Franco, Neno, l’immancabile Enzo e poi via via le seconde e terze generazioni sino ai ragazzi che continuano oggi a portare avanti quell’idea, quei valori, quella magia. Mancava Angelo “Scienziato” che però abbiamo raggiunto telefonicamente e che quindi è stato ugualmente presente “in spirito” e voce. Significativa anche la presenza di quelli della “generazione di mezzo” rappresentata da scout di lungo corso, come Roberto e Franco tanto per citarne un paio, che ha sempre fatto da trait d’union fra i “pionieri” come noi e i più giovani. Una catena che non si è mai interrotta, una forza di gruppo che ha saputo comunque superare tante difficoltà e momenti critici. A pensarci bene non mi sembra che in un paese come Roccasecca ci sia stata un’altra associazione che abbia avuto una storia lunga, intensa, oserei dire anche pervasiva della comunità, come il Gruppo scout. Dopo quarant’anni di un’attività che ha coinvolto tantissimi ragazzi e giovani, sono pochi i nuclei familiari roccaseccani che non abbiano avuto a che fare con lo scoutismo. Ma per una sera anche quelli che erano presenti come semplici invitati, parenti ed amici che con lo scoutismo non hanno avuto un contatto diretto, si sono fatti trascinare dall’atmosfera. Lo stesso sindaco intervenuto alla serata si è lasciato insolitamente andare: “Io non sono mai stato nel gruppo – ha detto – ma questa sera ho capito che devo essermi perso qualcosa di unico. Mi resta il rimpianto di non aver vissuto questa esperienza”. Insomma nella vecchia palestra quella sera era quasi impossibile non farsi prendere dallo spirito scout che si respirava. Era come se ci passassero davanti agli occhi, in un fantastico film in bianco e nero, le immagini di campi, marce, squadriglie, guide, lupetti, esploratori, montagne, fuochi, tende,zaini, sacchi a pelo, costruzioni, cordini, nodi, San Giorgio, e chi più ne ha più ne metta. Però accanto alla immancabile nostalgia era palpabile in tutti l’orgoglio e la convinzione di aver costruito qualcosa di importante. Una storia che continua, che è viva, che ha un futuro grazie ai ragazzi che volta per volta hanno raccolto un testimone che noi per primi abbiamo passato ad altri e che non è stato mai lasciato cadere a terra. Vabbè, lo so, direte che stavolta sono caduto nella retorica. Chiedo scusa, ma per una volta va bene così.                                                                        Ferdi Anno 15, n. 73 Febbraio 2010