Ferdinando ci scrive…
Quando viene Natale e penso al mio arrivo a Roccasecca mi torna sempre in mente una serata a
casa mia con tutta la redazione dell’Eco. Il nostro amato giornale era in crisi e il direttore e il
webmaster decisero di convocare un’ assemblea di redazione straordinaria per motivare i
collaboratori e rivitalizzare il nostro foglio. Obiettivo raggiunto, a giudicare dal fatto che siamo
arrivati al numero 77 e al quindicesimo anno di pubblicazioni. Anzi, al sedicesimo tenuto conto che
fra pochi giorni entreremo nel 2011.
Allora eravamo al numero 44.
Questa la cronaca della serata riportata scrupolosamente, da vero cronista di razza, dal nostro
direttore nell’editoriale del numero seguente.
“Tanto tuonò che piovve!”, dicevano gli antichi. E così nella serata del 4 gennaio scorso, in una
saletta di casa Vicini, riempita in ogni ordine di posti, ai limiti della capienza, si sono riuniti
collaboratori e simpatizzanti dell’Eco, quasi al completo (il Direttore, Gigio, Ferdinando, Angelo
Scienziato, Silvana, Vincenzo, Gianni, Fernando, Silvio, Mietta, Patrizia, Miria, Zia Maria, Roberto,
Antonio, Alarico, e, via satellite ideale, Luigi Probbo, Celestino, Maria Rita, Mario Izzi e Paola). La
mancata uscita della tradizionale edizione natalizia e le rimbalzanti voci equivoche sul futuro stesso
dell’Eco ( e del sito ad esso collegato) venivano poste all’ordine del giorno. “Ciociari sì, ciociari no”,
“Ritorno alla fantasia”, “Più cultura”, “Trimestrali, bimestrali .. annuali?” “Garantiamo un articolo a
bimestre!” le proposte si susseguivano intervallate dagli unici interventi seri della serata, portati
dai piccoli Antonio ed Alarico. La vivace e spiritosa assemblea non perveniva a conclusioni certe ed
assolute (per fortuna!). L’unica certezza che esce da quella simpatica rimpatriata è sotto i vostri
occhi: l’Eco c’è!
Fondamentale per uscire dalle panie di quella situazione di indecisione fu una frase pronunciata da
Vincenzo :
“L’Eco ha diritto di respirare!”.
Fu come un raggio di sole in una mattinata nebbiosa, un lampo nel buio, uno squarcio fra le nubi.
Un’illuminazione, insomma.
Siamo ancora grati a Vincenzo per quel contributo, estemporaneo come tutte ( o quasi) le sue cose
ma determinante per tracciare la strada ed evitare qualsiasi tipo di commistione con altre idee
lontane, molto lontane, dallo spirito dell’Eco. Capimmo che il nostro giornale è nato libero, in tutto e
per tutto, e tale deve rimanere anche a costo di saltare qualche numero o di derogare alla sua
supposta cadenza bimestrale. Libero anche di non uscire, qualche volta, tornando piuttosto uno o
due mesi dopo il previsto con la sua solita ventata di freschezza.
Credo che tutti abbiamo ormai capito che non abbia importanza quando esca, è importante che ci
sia, che continui sulla strada intrapresa tanti anni fa grazie all’intuizione del direttore subito raccolta
da Gigio. Questa è la vera magia dell’Eco, al di là di chi di volta in volta apporta contributi ed idee su
queste pagine trattando gli argomenti più disparati. Senza alcuna censura e senza alcun ordine di
scuderia. Unico limite il rispetto degli altri e della diversità. La quintessenza di quel concetto che ho
sempre ritenuto al centro del mio modo di essere, la tolleranza. E che ritrovo pienamente qui dentro.
Tornando a quella sera, era il 4 gennaio del 2004. Ora Natale è tornato e Capodanno anche. Il regalo
che mi piacerebbe ricevere da tutti voi è questo: ripetere quel convegno, rivivere quell’atmosfera
particolare, ritrovarci di nuovo una sera fra di noi. So che i tempi di arrivo e partenza a Roccasecca
dei vari “stranieri” o oriundi non sono facilmente conciliabili, ma mi auguro che ognuno voglia fare
un piccolo sforzo per rendere possibile la ripetizione di quell’incontro. In fondo di strada ne abbiamo
fatta tanta, tutti insieme, a dimostrazione che c’è qualcosa che ci accomuna e che ci spinge a
continuare a sottrarre tempo ed energie alle nostre attività e alle nostre famiglie per mantenere vivo
l’Eco.
Natale è il momento della riunione, dell’abbraccio, del ritrovarsi fra persone care. Vorrei farlo ancora
fra di noi. Il camino di casa Vicini è sempre lì. Vi aspetto.
Ferdi
Anno 15 n. 78 Dicembre 2010