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UN QUADRO DEDICATO A SALVO D’ACQUISTO
Nel lontano 1954 ero carabiniere e la mia destinazione fu la cittadina di Loreto.
Mi mandarono là per svolgere l’attività di interprete, poiché conoscevo bene la
lingua francese.
In abito civile mi diedero il compito di sorvegliare i pellegrini che numerosi si
recavano in questo santuario per pregare la Madonna nera.
Loreto è una bellissima cittadina posta su un colle dove la casetta della Madonna
si adagiò miracolosamente. Le pietre che la compongono non esistono in Italia e
dovrebbe essere quella della sacra famiglia. Ivi è stata costruita una bellissima
basilica dove affluiscono da tutto il mondo milioni di pellegrini. Treni continui
scaricano gente malata con tanta fede che va a pregare la Madonna di Loreto con
la speranza di una miracolosa guarigione. Posso testimoniare ciò essendo stato
per ben quattro anni in quel posto.
La stazione dei carabinieri era situata nel corso principale. La comandava un
maresciallo di nome Boschetto. La moglie era una bravissima pittrice.
Sapendo disegnare mi venne voglia di provare a dipingere. Acquistai un
pennellino, presi un foglio di masonite, alcuni colori e iniziai l’opera. Posso dire
che mai mi era venuto in mente di fare un quadro ad olio. In caserma
gironzolava una cartolina che raffigurava Salvo D’Acquisto. Dissi tra me “fammi
provare”.
Sorprendendo anche me stesso, realizzai questo quadro che ancora oggi, a
distanza di 55 anni, mi sembra uno dei più belli che abbia dipinto.
Il comandante la stazione dei CC, la moglie e i commilitoni si complimentarono
per questa bella tavola.
Questo quadro mi ha accompagnato per tutta la durata della vita trascorsa
nell’arma cioè per 21 anni.
Da Loreto ,fui trasferito alla legione dei carabinieri di Ancona perché mi ero
fidanzato con una maestrina e questo non era ammesso.
Ad Ancona avevo trascorso già due anni quale mia prima destinazione e dunque
conoscevo molto bene questa città. Il mio compito era quello di ricostruire fatti di
cronaca poiché ero bravo a disegnare.
Il colonnello comandante della legione fu trasferito quale comandante della
legione CC di Milano. Prima di partire mi chiamò e mi disse se volevo andare con
lui perché voleva mettere a Milano un ufficio per rilievi tecnici.
Non mi feci pregare, per me Milano era un’attrazione. Arrivato in sede mi fu
assegnato un bellissimo ufficio a poca distanza da quello del comandante, dove io
dovevo esercitare le ricostruzioni di fattacci.
Su una delle pareti misi il mio quadro con altri due acquerelli realizzati in
precedenza.
Dopo qualche mese arrivò, quale aiutante maggiore in prima, l’allora maggiore
Carlo Alberto Dalla Chiesa. Bella presenza, militare come non ne avevo ancora
conosciuti. Camminava sempre con il petto in avanti. Guai se qualcuno si
permetteva di non salutare come si deve.
Era figlio del generale vice comandante dell’Arma, quindi proveniente da famiglia
militare.
Non mi è facile parlare di questo personaggio che poi
sarebbe diventato eroe nazionale e, purtroppo, anche
martire.
Un bel di’ entrando nel mio ufficio notai con sorpresa che
sulla parete non vi era più il mio quadro.
Chiesi al piantone carabiniere Tateo se ne sapesse
qualcosa. Mi rispose che lo aveva spostato su ordine del
maggiore Carlo Alberto nella stanza d quest’ultimo. Andai
subito da lui per chiedergli di riaverlo ma con mia enorme
sorpresa mi disse : SE TOCCHI QUEL QUADRO TI
DENUNCIO PER FURTO.
Bè, va bene, io rispetto a lui ero un povero carabiniere, feci
dietro front e tornai nel mio ufficio.
Un bel di’ vennero da Roma il colonnello Scordino, comandate del nucleo di
polizia giudiziaria di Roma con due individui dell’FBI. Cercavano qualcuno che
conoscesse la lingua francese.
Portarono da me questi signori e in seguito andammo all’ambasciata americana
per vedere se ero in grado di svolgere un certo compito da francese.
Il comandante Scordino, visto come disegnavo, mi disse che io dovevo essere
trasferito a Roma perché aveva un ufficio addetto ai rilievi tecnici.
Capirai, io ero fidanzato a Roccasecca, non vedevo l’ora di andare a Roma.
Scodino fu di parola e dal Comando generale arrivò l’ordine di trasferimento.
Quando Dalla Chiesa vide il foglio del mio trasferimento mi disse: TU NON
ANDRAI IN NESSUN POSTO perché mi servi qui. Rammaricato, dovetti aspettare
nove mesi. Il padre del generale andò in pensione e Scordino ritornò alla carica.
Arrivò di nuovo il mio trasferimento e l’ oppositore non poteva più fare nulla,
quindi via libera per Roma.
A quel punto dovevo riprendere il mio quadro ma non fu così: SE CI TIENI AD
ANDARE A ROMA lascia il quadro dove si trova.
Rammaricato e pauroso di qualche scherzo, preferii darmi a gamba.
Ma non finisce qui. Dopo circa un anno Dalla Chiesa fu promosso colonnello e
quindi trasferito altrove.
Ne frattempo mio cognato fu destinato a Milano in qualità di capo gestore delle
ferrovie.
Allora dissi: Mario vai alla legione carabinieri di Milano, recati dal comandante e
digli che nell’ufficio di Carlo Alberto Dalla Chiesa vi è il mio quadro di Salvo
D’Acquisto. Dirai che tuo cognato ne è l’autore e lo rivuole.
E cosi dopo tanto sono riuscito a riavere questo quadro che per me rappresenta
ciò che di meglio ho.
Per me ò diventato anche storico visto che lo ha posseduto per tanto tempo un
eroe nazionale che è CARLO ALBERTO DALLA CHIESA:
E con questo, ancora una volta saluto tutti i nostri lettori
Rocco Tanzilli