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L’ OSTERIA DELLE DAME
C’è una viuzza nel centro di Bologna all’angolo con la più nota via Castiglione, all’altezza
del torrione dei Mille, che si chiama vicolo delle Dame. Pochi metri di strada, quasi un
“rinsacco” della via principale, uno di quei posti insomma che passano tranquillamente
inosservati anche a chi frequenta quotidianamente la zona. Però quel vicoletto è passato
alla storia delle vicende musicali, e artistiche più in generale , per aver ospitato per circa
quindici anni uno dei ritrovi divenuti un autentico “cult” della controcultura italiana :
l’Osteria delle Dame.
Il locale fu fondato nel 1970 da una strana coppia composta da Francesco Guccini e un
frate domenicano di profonda cultura di nome Michele Casali. Da un vecchio articolo
pubblicato sul Corriere della Sera del 13 giugno 1993, giorno in cui a Bologna fu
organizzata addirittura una grande festa d’addio per l’Osteria già chiusa da anni,
ripeschiamo il racconto di Padre Michele sulla nascita del locale. Al cronista che gli
chiedeva se non fosse un po’ strano che un frate invece di fondare una chiesa avesse
preferito aprire un’Osteria che restava aperta sino a notte fonda, Padre Michele rispondeva
così : “E perché' ? Certo il periodo era diverso: 1968 e dintorni. Francesco Guccini e io
eravamo diventati molto amici. Io mi ricordavo di Parigi e i vecchi caveau dove cantava
Juliette Greco. A Bologna, mi piaceva invece il "Club 37" dove si esibivano Claudio Lolli,
Debbie Kooperman, un' americanina figlia di un pastore protestante. Così mi sono chiesto:
se qualcosa del genere si facesse, non dico legata alla Chiesa, ma, diciamo, dove ci sia
una "presenza"? Così cercando dei luoghi, ho trovato la vecchia osteria delle Dame del
1600, nel vicolo omonimo. Me ne sono innamorato all' istante. Ne ho parlato con
Francesco (Guccini). In una settimana abbiamo deciso”.
Nacque così una vera osteriaccia che avrebbe fatto epoca, un locale che assunse da subito
un’atmosfera del tutto particolare e probabilmente irripetibile, pieno di fumo, di
chiacchiere, di vino, di versi, di musica, di storie raccontate da chiunque ne avesse voglia,
il tutto fra fiaschi di vino e portate di un menù scarno della serie “prendere o lasciare”.
Francesco Guccini insieme ad una giovane cantante americana, Deborah Kooperman, che
poi avrebbe collaborato in alcuni dei dischi di Francesco, erano fissi alla sera . Gli avventori
entrando in quel locale dalla porticina che dava sul vicolo scendevano dei gradini e si
calavano in una situazione incredibile.
Spesso al banco c’era proprio Guccini a mescere il vino, ma poi sul tardi fra una partita di
carte e una gara di rime il buon Francesco imbracciava la chitarra e intonava alcune delle
sue canzoni dell’epoca.
Ne sono nate tante in quell’Osteria, addirittura un intero album, Opera Buffa, fu
registrato proprio lì.
L’album Opera Buffa di Francesco Guccini
Un pezzo unico del repertorio gucciniano con l’esecuzione di canzoni esilaranti e ironiche
come “La Genesi” che sembrano più pezzi di autentico cabaret che semplici brani musicali.
Abituali frequentatori dell’Osteria delle Dame sono stati tanti nomi noti del panorama
musicale e artistico italiano : Lucio Dalla era ospite fisso e con lui gente come Gigi
Sammarchi e Andrea Roncato, Claudio Lolli, il popolare fumettista Bonvi, Luca Carboni,
Roberto Vecchioni, Paolo Conte, i Giancattivi e altri più o meno noti.
Padre Michele Casali (foto presa sul web)
Ancora Padre Michele nella sopra citata intervista al Corriere della Sera spiegava come in
quel luogo potesse mescolarsi gente di varia provenienza geografica e culturale e poteva
accadere che capitassero anche vescovi e cardinali accanto a giovani hippy : “Il nostro era
un locale frequentato da molta gente di sinistra, dal Pci in là. Si parlava, si parlava. Senza
nessuna discriminazione. Sono venuti anche vescovi e cardinali, mescolati agli hippy. Una
volta il ministro Pedini ha suonato a quattro mani con Massimo Zanarelli, uno arrabbiato
del partito comunista.
Insomma è stata una grande esperienza di rispetto reciproco. Ubriacature sì, ma mai una
rissa. Per me è stata anche una grande opera di evangelizzazione. Una specie di
parrocchia aperta a tutti”.
Nel segno della tradizione bolognese della tolleranza e del rispetto delle idee altrui.
Comicità, canzoni, vino, cucina alla buona, carte e fumo costituivano il contorno di
un’atmosfera di grande coinvolgimento e apertura che si avvertiva appena si mettesse
piede nell’Osteria delle Dame. Non c’era mai nulla di scontato. Poteva capitare di assistere
a duetti fra Dalla e Guccini, o a esilaranti gag di Gigi e Andrea oppure semplicemente ad
un’interminabile partita a carte con lo stesso Guccini immancabile e accanito giocatore. Il
tutto all’insegna della spontaneità più assoluta, dell’improvvisazione e della voglia di
divertirsi, di confrontarsi con gli altri, di vivere.
Come finì la storia dell’Osteria delle Dame ? Una multa di trenta milioni per la mancanza
delle uscite di sicurezza. Ma forse quella sanzione irrogata dai solerti ispettori in ossequio
alle nuove norme di sicurezza fu soltanto l’occasione per decretare la fine di un’esperienza
straordinaria che, a metà anni ottanta, scontava un clima che stava cambiando l’intera
società italiana e la stessa Bologna. Non a caso Francesco in una sua canzone di qualche
anno precedente la chiusura dell’ Osteria scrive dei versi profetici : “Sono ancora aperte
come un tempo le osterie di fuori porta, ma la gente che ci andava a bere fuori o dentro è
tutta morta; qualcuno è andato per età, qualcuno perché già dottore, e insegue una
maturità, si è sposato, far carriera ed è una morte un po’ peggiore”. All’Osteria delle Dame
: prosit.
Ferdinando