L’Eco di Roccasecca
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Anno 16 n. 82                                               Dicembre 2011
L’ OSTERIA DELLE DAME C’è una viuzza nel centro di Bologna all’angolo con la più nota via Castiglione, all’altezza  del torrione dei Mille, che si chiama vicolo delle Dame. Pochi metri di strada, quasi un  “rinsacco” della via principale, uno di quei posti insomma che passano tranquillamente  inosservati anche a chi frequenta quotidianamente la zona. Però quel vicoletto è passato  alla storia delle vicende musicali, e artistiche più in generale , per aver ospitato per circa  quindici anni uno dei ritrovi divenuti un autentico “cult” della controcultura italiana :  l’Osteria delle Dame.   Il locale fu fondato nel 1970 da una strana coppia composta da  Francesco Guccini e un  frate domenicano di profonda cultura di nome Michele Casali. Da un vecchio articolo  pubblicato sul Corriere della Sera del 13 giugno 1993, giorno in cui a Bologna fu  organizzata addirittura una grande festa d’addio per l’Osteria già chiusa da anni,  ripeschiamo il racconto di Padre Michele sulla nascita del locale. Al cronista che gli  chiedeva se non fosse un po’ strano che un frate invece di fondare una chiesa avesse  preferito aprire un’Osteria che restava aperta sino a notte fonda, Padre Michele rispondeva  così : “E perché' ? Certo il periodo era diverso: 1968 e dintorni. Francesco Guccini e io  eravamo diventati molto amici. Io mi ricordavo di Parigi e i vecchi caveau dove cantava  Juliette Greco. A Bologna, mi piaceva invece il "Club 37" dove si esibivano Claudio Lolli,  Debbie Kooperman, un' americanina figlia di un pastore protestante. Così mi sono chiesto:  se qualcosa del genere si facesse, non dico legata alla Chiesa, ma, diciamo, dove ci sia  una "presenza"? Così cercando dei luoghi, ho trovato la vecchia osteria delle Dame del  1600, nel vicolo omonimo. Me ne sono innamorato all' istante. Ne ho parlato con  Francesco (Guccini). In una settimana abbiamo deciso”.   Nacque così una vera osteriaccia che avrebbe fatto epoca, un locale che assunse da subito  un’atmosfera del tutto particolare e probabilmente irripetibile, pieno di fumo, di  chiacchiere, di vino, di versi, di musica, di storie raccontate da chiunque ne avesse voglia,  il tutto fra fiaschi di vino e portate di un menù scarno della serie “prendere o lasciare”.   Francesco Guccini insieme ad una giovane cantante americana, Deborah Kooperman, che  poi avrebbe collaborato in alcuni dei dischi di Francesco, erano fissi alla sera . Gli avventori  entrando in quel locale dalla porticina che dava sul vicolo scendevano dei gradini e si  calavano in una situazione incredibile.   Spesso al banco c’era proprio Guccini a mescere il vino, ma poi sul tardi fra una partita di  carte e una gara di rime il buon Francesco imbracciava la chitarra e intonava alcune delle  sue canzoni dell’epoca.   Ne sono nate tante in quell’Osteria, addirittura un intero album, Opera Buffa, fu  registrato  proprio lì.   L’album Opera Buffa di Francesco Guccini Un pezzo unico del repertorio gucciniano con l’esecuzione di canzoni esilaranti e ironiche  come “La Genesi” che sembrano più pezzi di autentico cabaret che semplici brani musicali.  Abituali frequentatori dell’Osteria delle Dame sono stati tanti nomi noti del panorama  musicale e artistico italiano : Lucio Dalla era ospite fisso e con lui gente come Gigi  Sammarchi e Andrea Roncato, Claudio Lolli, il popolare fumettista Bonvi, Luca Carboni,  Roberto Vecchioni, Paolo Conte, i Giancattivi e altri più o meno noti.   Padre Michele Casali (foto presa sul web) Ancora Padre Michele nella sopra citata intervista al Corriere della Sera spiegava come in  quel luogo potesse mescolarsi gente di varia provenienza geografica e culturale e poteva  accadere che capitassero anche vescovi e cardinali accanto a giovani hippy : “Il nostro era  un locale frequentato da molta gente di sinistra, dal Pci in là. Si parlava, si parlava. Senza  nessuna discriminazione. Sono venuti anche vescovi e cardinali, mescolati agli hippy. Una  volta il ministro Pedini ha suonato a quattro mani con Massimo Zanarelli, uno arrabbiato  del partito comunista.   Insomma è stata una grande esperienza di rispetto reciproco. Ubriacature sì, ma mai una  rissa. Per me è stata anche una grande opera di evangelizzazione. Una specie di  parrocchia aperta a tutti”.  Nel segno della tradizione bolognese della tolleranza e del rispetto delle idee altrui.  Comicità, canzoni, vino, cucina alla buona, carte e fumo costituivano il contorno di  un’atmosfera di grande coinvolgimento e apertura che si avvertiva appena si mettesse  piede nell’Osteria delle Dame. Non c’era mai nulla di scontato. Poteva capitare di assistere  a duetti fra Dalla e Guccini, o a esilaranti gag di Gigi e Andrea oppure semplicemente ad  un’interminabile partita a carte con lo stesso Guccini immancabile e accanito giocatore. Il  tutto all’insegna della spontaneità più assoluta, dell’improvvisazione e della voglia di  divertirsi, di confrontarsi con gli altri, di vivere.  Come finì la storia dell’Osteria delle Dame ? Una multa di trenta milioni per la mancanza  delle uscite di sicurezza. Ma forse quella sanzione irrogata dai solerti ispettori in ossequio  alle nuove norme di sicurezza fu soltanto l’occasione per decretare la fine di un’esperienza  straordinaria che, a metà anni ottanta, scontava un clima che stava cambiando l’intera  società italiana e la stessa Bologna. Non a caso Francesco in una sua canzone di qualche  anno precedente la chiusura dell’ Osteria scrive dei versi profetici : “Sono ancora aperte  come un tempo le osterie di fuori porta, ma la gente che ci andava a bere fuori o dentro è  tutta morta; qualcuno è andato per età, qualcuno perché già dottore, e insegue una  maturità, si è sposato, far carriera ed è una morte un po’ peggiore”. All’Osteria delle Dame  : prosit.  Ferdinando 
Anno 16 n. 82                                               Dicembre 2011