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In giro per l’Italia con gli inviati dell’Eco
N A P O L I
Comincia una nuova rubrica sul nostro giornale, frutto di appunti di viaggio durante piccole
gite qua e là per la bella Italia. Naturalmente siamo sull’Eco di Roccasecca quindi non vi
aspettate dei reportage classici, con tanto di cartoline illustrate a compendio, qui si
tratteranno esclusivamente aspetti particolarmente caratteristici, eventi strani, bizzarrie
varie…
Si parte con un fine settimana a Napoli – e Capri – nello scorso settembre 2011.
Raccontare la bellezza di Napoli è superfluo, basti dire che arrivati in città imbottiti di
prevenzioni e timori dopo mesi di tam tam su giornali e tv che la presentavano come la
città più lercia d’Italia, l’impressione è stata subito positiva. Almeno per larga parte delle
strade del centro storico, di Spaccanapoli e dei quartieri spagnoli la spazzatura non appare
superiore a quella presente in tante altre grandi città.
La prima istantanea viene scattata alla fermata della metropolitana (che qui si chiama
“treno”) di Montesanto, di cui si parla dettagliatamente in prima pagina.
D’altra parte, la scaramanzia è una delle caratteristiche più note del popolo partenopeo,
quindi il primo impatto ci sembra giusto.
Il primo pranzo si svolge in una celebre pizzeria a Spaccanapoli, dove fanno bella mostra
le foto di personaggi famosi che hanno mangiato la pizza ripiegata in 4 lungo questa
strada. C’è la pizza margherita e c’è la pizza fritta. Per non farci mancare niente abbiamo
ordinato entrambe, facendo metà per ciascuno. Prezzi modici: 3 euro l’una seduti comodi
con l’aria condizionata: generosa Napoli!
La qualità, manco a precisarlo, è di eccellenza.
Di seguito le foto di entrambe le tipologie di pizze assaggiate, precisando che la scelta del
ripieno della pizza fritta è andata ad un sobrio ricotta e prosciutto, lasciando perdere carne
ed altre proposte del menu.
Prima della pizza una bella passeggiata a San Gregorio Armeno, la strada dei presepi,
destinazione numero 1 per due appassionati come noi. Abbiamo razziato diversi oggetti
(pentole, utensili, posate, mestoli, fiaschi, bottiglie, caciotte, prosciutti, insegne, lampioni
e poi tegole, mattoncini ed altri elementi basilari, immediatamente inseriti nel presepe del
2011 da poco ultimato. Di seguito due esempi, l’Osteria di mia creazione, corredata con
parecchi oggetti acquistati ed un “particolare” di un tavolo.
Dopo pranzo, per smaltire le pizze, una bella discesa nella “Napoli sotterranea”. A circa 40
metri di profondità si percorrono stretti cunicoli e gallerie più ampie che rivelano una storia
che non molti conoscono, che parte dall’epoca greco-romana per arrivare alla seconda
guerra mondiale. Se non si soffre di claustrofobia è un’esperienza da non perdere.
I Greci prelevarono qui il tufo per fortificare Neapolis nel IV secolo A.C., i Romani
costruirono in epoca augustea un favoloso acquedotto di cui si possono ancora ammirare
grandi parti, infine, durante l’ultima guerra, l’intera zona sotterranea fu utilizzata come
rifugio sotto i bombardamenti. Ecco delle bombe di aereo ritrovate e inserite come reperto
storico.
Tornati in superficie, dopo aver percorso qualcosa come 1.400 metri, riscopriamo la luce ed
il … caldo, ma pensiamo di aver finito, e invece no! C’è un altro piccolo viaggio da fare nel
sottosuolo, molto meno profondo, ma ugualmente interessante. Si va a visitare il Teatro
Greco-Romano. Dal momento che sopra, accanto e dentro al Teatro nei secoli sono stati
edificati palazzi, cantine, negozi etc, il teatro non si presenta come una costruzione unica,
ma invece abbastanza spezzettata. L’ingresso è in un tipico “basso” napoletano, ossia una
abitazione a livello della strada, quindi si tratta di un ingresso “nascosto”. Per entrare al
teatro bisogna passare in questa casa, ormai di proprietà del comune, ma in precedenza
proprietà privata (!). Si entra, si tira indietro un letto che scorre su una sorta di binario,
sulle rotelle (vedi foto) … e si apre una botola sulle scale che portano all’interno del teatro.
Da qui si va in vari ambienti, uno dei quali un tempo c’era una falegnameria, sulla quale
davano le finestre interne di un Bed & Breakfast!
Nei locali di quello che fu il teatro c’è posto anche per una mostra di presepi, e come poteva
mancare? Tra i tanti fotografati vi proponiamo un particolare – che sicuramente sarà
apprezzato più su internet che sulla versione cartacea, decisamente piccola – in cui in primo
piano ci sono dei cuochi che hanno cucinato spaghetti dall’aspetto decisamente realistico:
una sciccheria tutta napoletana!
Tornati in superficie dopo aver tanto faticato è arrivato il momento di una sosta e di
rifocillarsi. Miria sceglie un babà di notevoli proporzioni, da mangiare in piedi, con vaschetta
e cucchiaino in dotazione. Io mi limito ad un buon caffé, e mentre lo sorseggio do
un’occhiata alla vetrina dove sono sistemati in fila una serie di babà di tutte le grandezze in
confronto ai quali quello che ha scelto Miria, che mi sembrava così grande, quasi sparisce!
Vedere per credere.
Qui la parola “dieta” è stata abolita da anni, forse da secoli. Lo spettacolo è sublime.
Non raccontiamo nulla della gita alla meravigliosa Capri, né degli altri bellissimi luoghi
tradizionali visitati, né delle strane abitudini di intere famiglie andare in 4 in motorino
rigorosamente senza casco … ma vi lasciamo con un ultima chicca. A Napoli, quando nasce
un bambino, no si espone solo il fiocco azzurro, ma tutta la cicogna! W Napoli!
Miria e Riccardo