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Letture dell’infanzia:
“Selezione dei ragazzi".
Una delle prime letture “serie” di noi bimbi tra la fine anni 50 e l’inizio dei ’60 fu “Selezione
dei ragazzi” un periodico formato fumetto, circa cm 20x13, che per qualche anno fu amico
dei nostri pomeriggi, insieme al Corriere dei Piccoli ed ai classici fumetti come Topolino.
Vorrei fare una breve storia e una presentazione, sia pur veloce, di questa mini enciclopedia
di cui purtroppo non si ricorda più nessuno, tanto che neanche su internet se ne trova
traccia, a parte gli annunci di chi ne vende qualche residua copia. Nacque come mensile,
per la Fabbri Editore, nel 1956 e fino al 1959 fu intitolata Selezione dello scolaro.
Successivamente cambiò titolo in Selezione dei ragazzi e divenne quindicinale, dalla
seconda metà del 1959 al 1963.
La numerazione seguiva l’anno scolastico e non quello solare, dunque il n. 1 usciva ad
ottobre e l’ultimo della serie a settembre.
La presenza predominante del colore rendeva la pubblicazione ancora più allettante in un
periodo in cui il bianco e nero ancora predominava su fumetti e riviste.
Dalle copie che abbiamo possiamo dedurre che il prezzo, non basso, di 100 lire rimase
invariato dal 1959 al 1963.
I contenuti erano vari ed accontentavano più che a sufficienza i ragazzi dell’epoca che
ancora non si potevano cibare di televisione, eccetto l’ora quotidiana di TV dei ragazzi per
quei pochi che già avevano in casa un apparecchio televisivo.
C’erano alcune rubriche fisse, di vario genere:
LO SAPEVI? Proponeva 4 o 5 informazioni un po’ particolari da tutto il mondo (sula falsa
riga della rubrica simile della Settimana Enigmistica).
STORIE VERE DI ANIMALI, simile alla precedente, ma specifica sugli animali e le loro
particolari abitudini, più a livello di curiosità che di scienza.
I SECOLI RACCONTANO, di argomento storico, sociale e culturale di ogni epoca, da
“l’abbigliamento degli antichi greci” ai “Mestieri dell’antica Roma” e così via.
IL GIRO DEL MONDO, molto simile a ciò che fu poi trasmesso alla TV dei Ragazzi col nome
GIRAMONDO, una carrellata dei vari paesi mondiali, con qualche notizia e fotografie a
colori.
MERAVIGLIE DELLA NATURA E DELLA SCIENZA, dove si parlava del mondo vegetale e
animale e delle grandi conquiste scientifiche, con brevi biografie dei grandi scienziati, da
Leonardo da Vinci a Galileo.
ANGELO LOMBARDI PER VOI, il celebre “amico degli animali” discorreva su squali, boa,
bisonti e così via e curava la rubrica “A. Lombardi risponde” dove illuminava i ragazzi che gli
ponevano i quesiti più vari sul mondo animale.
BARBABIANCA E BIANCASTELLA RISPONDONO, due personaggi di fantasia rispondevano su
vari argomenti di vita quotidiana.
CHI SA FARLO? , una delle pagine più
interessanti, dove si mostrava con disegni
esplicativi la maniera di creare oggetti con pochi
materiali, dalle semplici maschere di carnevale a
cose più complicate, come l’aeromodello in legno
da lancio. Nella pagina qui proposta viene
descritto il modo per creare delle uova sode
pasquali, che assumono il volto di fanciulle ed
anche una ricetta per biscotti da forno.
IL PICCOLO FILATELISTA, dedicata a tutti i ragazzi
collezionisti di francobolli, una passione che negli anni 60
ha raggiunto probabilmente il suo culmine, andando poi
scemando tra gli interessi degli adolescenti.
E passiamo alle altre pagine che formavano il grosso
della rivista.
I grandi classici della letteratura italiana e straniera,
ovviamente in formato ridotto, venivano presentati a
puntate. Erano di grande stimolo per il successivo
acquisto del testo integrale, nelle varie serie di “Libri per
ragazzi” che allora andava tanto di moda.
Su una pubblicazione per ragazzi non potevano mancare
i fumetti, sia pure in minima parte. Anche queste storie
erano pubblicate a puntate, tutte a colori, spesso di
argomento far West: "Sotto il wigwam", "Mountain Men",
"Alla scoperta... della Terra!", "Le sette gemelle di Flauto
Spinetta".
Spesso venivano raccontati aneddoti di personaggi
famosi per lanciare messaggi “pubblicitari” .
Nell’articoletto “Il segreto del campione” (n. 20 del 15
luglio 1962) veniva chiesto a Gino Bartali cosa occorre
per essere un campione. Il popolarissimo ciclista
rispondeva “Innanzitutto bisogna essere magri. Era magro Binda, era magro Coppi… ed era
magro il vincitore di quest’anno…
Questo significa che non bisogna nutrirsi? Niente affatto. Il nostro organismo è come un
motore che per funzionare ha bisogno di < combustibile >, nel nostro caso delle < calorie >
fornite dagli alimenti. Un magro che si nutre bene è vivace, attivo, pieno di energia, un
magro che non si nutre… è un motore senza carburante.
Durante il Giro di Francia del 1938 – racconta ancora Bartali – rimasi di stucco vedendo
Maes e Vervaeke, in vista del Tourmalet, balzare dalla bicicletta e andarsene a mangiare
in… trattoria! Una tappa non è una gita di piacere e i minuti sono preziosi. Credevo di averli
ormai < seminati >, quando i due inaspettatamente mi raggiunsero. Erano allegri e pieni di
energia. < Noi mangiato, ora
noi volare, > dissero!
Dopo un’ulteriore illustrazione
delle calorie necessarie ad una
buona conduzione della
macchina umana, l’articoletto
si chiudeva, quasi in sordina,
nelle ultime due righe, lanciado
il suggerimento di provare a
sostituire il pane con i crackers
o biscotti Nabisco Motta. Oggi
una cosa del genere forse
sarebbe considerata pubblicità
occulta e forse sarebbe anche
troppo costosa, occupando ben
due pagine a colori illustrate!
Ricordo che quando con mio
fratello Mario e con Vincenzo ci
incontravamo per leggere
l’ultimo numero di “Selezione”
ognuno aveva i suoi argomenti
preferiti.
A me piacevano le pagine in
cui si vedevano soldati e
armature di ogni epoca,
restavo affascinato dalle
uniformi, dai cavalieri, dalle
navi, dai castelli e così via.
Anche i treni erano tra i miei
preferiti, e piacevano molto
anche a Vincenzo, che subiva il
fascino di tutto ciò che
viaggiava su 2 o 4 ruote o su
cingoli. Sicuramente l’articolo
sui GIGANTI MECCANICI, qui
riportato, all’epoca l’avrà fatto
impazzire!
Mario, grande lettore fin da
tenera età, dava la sua
preferenza all’ambito western,
di cui conosceva tanti
particolari che ci raccontava lasciandoci col naso all’insù. Non so se tutto ciò che diceva
corrispondeva a verità o se, come Emilio Salgari (di cui aveva letto tutti i libri, oltre 100),
metteva un po’ di fantasia per incantarci di più, ma so per certo che ogni volta che
cominciava a parlare noi restavamo a bocca aperta.
Le pagine che abbiamo passato allo scanner “I segni di pista dei Pellirosse” suscitarono
certamente il più grande interesse da parte sua. Nell’articolo veniva spiegato con dovizia di
particolari e disegni esplicativi il modo di lasciare messaggi degli “indiani” con pezzetti di
legno, pietre, incisioni sui tronchi. Nelle pagine successive veniva spiegato anche il metodo
per mandare i celeberrimi “segnali di fumo”, quel meraviglioso sistema con il quale,
secondo certi fumetti nostrani come Tex, si può indirizzare ad un amico – con il fumo – una
frase come “siamo nei pressi del Grand Canyon, vi attendiamo domani alla stazione di
Wagstaffe”. Miracoli dei nostri fumettisti, più che dei pellirosse.
Si chiude qui questo altro pezzetto di memoria da lasciare ai… posteri, sperando di aver
incontrato il vostro interesse.
R.M.