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LA MADONNA DI CANNETO
Santini dell’opera
Nel comune di Settefrati, percorrendo all’interno dei monti fino ai confini del parco nazionale d’Abruzzo
in una meravigliosa valle appare il santuario di Canneto. Ogni anno ad agosto tutti i paesi del frusinate
ed altri, partono in pellegrinaggio a piedi per raggiungere questo santuario dove risiede la statua della
Madonna di Canneto. Non mi prolungo a citare la storia di questo santuario ben conosciuto ma voglio
raccontare come si sono svolti i fatti con il comitato di Castrocielo addetto al pellegrinaggio.
A via Latina, strada Romana, anni fa è stata costruita una grande piazza dedicata a Salvo D’Acquisto. In
fondo ad essa è stata creata una Cappelletta destinata a venerare la Madonna di Canneto. Le
dimensioni sono molto ridotte, metri tre per tre circa, e speriamo che una volta per sempre, le autorità
competenti si decidano a far costruire qualche cosa di meglio. Il comitato, dovendo rappresentare
un’effige, venne da me chiedendomi se volessi fare un dipinto della Madonna di Canneto sulla parete di
fondo. Non mi feci pregare perché per me era una cosa fantastica fare un dipinto per i miei
compaesani. Da premettere che io risiedevo a Roma e nel mio piccolo studio iniziai l’opera. Presi una
tela metri 2,50 x2,00 e feci nella parte bassa il santuario con le processioni di vari paesi, poi al centro in
alto la Madonna di Canneto. Ultimata l’opera, cercai chi potesse portarla a Castrocielo. Il mio caro amico
Rocco Mancone venne a Roma con una grossa auto con portabagagli, ci caricammo la tela e la
portammo a destinazione. Feci fare una bella cornice in gesso con angioletti nella parte superiore e il
tutto fu montato sulla parete di fondo della cappellina.
Tutti contenti dell’opera, tanti complimenti. A me rimase la soddisfazione di aver messo in opera un mio
quadro al pubblico.
Non finisce qui. Dopo un certo periodo mi vengono a trovare e se ben ricordo uno era il professore
Nunzio Mancone.
Mi chiesero: “Visto che hai fatto il dipinto perché non fai anche la statua?” Risposi che di sculture non ne
avevo mai fatte e in un primo momento mi rifiutai. Poi data l’insistenza, volli provare. Cecai di informarmi
presso i rivenditori di crete per sculture e la risposta era sempre la medesima: date le dimensioni, al
forno la creta non avrebbe retto. Avendo nella mia azienda dei blocchi di poliuretano, facile da
sagomare, decisi di provare ad impostare l’opera. La cosa mi è stata facile ma dopo? Il rivestimento? Ed
è qui che mi è venuta l’idea fantastica. A volte ritorna ciò che da ragazzo ho fatto in Francia(la pate a
modlè). Il DAS è un fac-simile. Con il mattarello, quello che si usa per fare la pasta, ho fatto le vesti, la
testa e il bambino di creta. Ultimata la statua alta circa un metro e dieci, l’ho dipinta con colori acrilici. Ho
fatto fare dai miei operai un bel basamento e potete ammirare ciò che ho realizzato. Questa statuina
viene portata in processione in occasione del suo rientro del pellegrinaggio di Canneto con grande
soddisfazione da parte mia.
Lo stendardo
Poi ,la famiglia Mancone ha provveduto anche a fare imprimere su uno stendardo ciò che io ho
realizzato.
Va a loro il mio ringraziamento.
Rocco Tanzilli