L’Eco di Roccasecca
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Anno 17 n. 83                                               Aprile 2012 Anno 17 n. 83                                               Aprile 2012
Archivio storico de L’Eco di Roccasecca Dal n. 25 del Febbraio 2000 Questa volta dagli archivi emerge un documento veramente raro. Si tratta di uno dei  rarissimi interventi dell’amico Roberto Giannitelli, al quale bonariamente tiriamo le  orecchie per non aver mandato più frequenti contributi.  STORIELLA ROCCASECCANA Credo che fossimo nel 1983 o 1984; una mattina, il sottoscritto, Claudio Rezza e  Nicola Marini decidemmo di andare a fare colazione all'Autogrill sull'autostrada, in  prossimità dell'uscita di Pontecorvo.  All'epoca, dalle nostre parti, i bar nella migliore delle ipotesi offrivano il cappuccino  accompagnato dai celebri Buondì Motta, o da paste inguardabili datate primi anni 50,  secche e con la crema color carta moschicida.  Pertanto, decidemmo di andare  "all'autostrada" per gustare delle  paste fresche, un buon cappuccino  e …qualche ragazza di passaggio  (anche se ovviamente a questo  proposito non si concludeva mai  nulla!!). Appena entrati ci  avviammo verso la vetrinetta con  le paste e Nicola, scarso di  fantasia, optò per un semplice  cornetto con la crema che, con  disinvoltura mitteleuropea, chiamò  "brioche" farcita. Io e Claudio, più  curiosi, fummo colpiti da un qualcosa che "sembrava" Pandoro, ma in realtà  presentava la seguente dicitura: Lire 500 al TRANCIO.  Subito dissi a Claudio: "Ahò, voglio assaggià stu trancio, chissà comm'è!"  Un pò perplesso Claudio mi disse: "Robbè, a me me pare Pandoro", al che risposi con  supponenza: "che cazz' stai a dì! Cheste ha da esse na cosa speciale, sennò  scrivevano Pandoro e no Trancio".  Claudio fu subito convinto, e ricordo che disse: "Vide a ascì fore da Roccasecca quanta  cose s'mparane " (traduco: vedi ad uscire da Roccasecca quante cose si imparano).  Quel giorno, caso più unico che raro e riportato negli annali di Roccasecca, Claudio  (ribattezzato da me David Scrokett, per la difficoltà a cacciargli una lira) disse: "La  colazione la pago io" e si recò, tra lo stupore mio e di Nicola, alla cassa.  "Signore, desidera?"  "Tre cappuccini, una brioche e due fette di trancio"  "Come, scusi?"  "Tre cappuccini, una brioche e due fette di trancio" e si girò con la mano verso la  vetrina ripetendo: "2 fette di trancio, il trancio, quello là!!"  Al che la cassiera, davanti ad una fila imbarazzante, scoppiò in una risata fragorosa ed  indelicata dicendo: " Signore, quello che Lei vuole, forse, sono 2 tranci di Pandoro",   scatenando tra gli ascoltatori una risata collettiva che fece incazzare Claudio e  nascondere il sottoscritto e Nicola. Ma Claudio, senza perdersi d'animo disse: "Allora  dammi (era passato al "tu") altri 2 cornetti che a noi il Pandoro ci fa schifo", e, preso  lo scontrino, ci avviammo dignitosamente verso il bancone, guardando con disprezzo  la fetta di trancio. Siamo tornati in quell'autogrill soltanto diversi anni dopo.  di Roberto Giannitelli