L’Eco di Roccasecca
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Anno 17, n. 85		                                            Dicembre 2012 Anno 17, n. 85		                                            Dicembre 2012 COME I VECCHI CIOCIARI DEL BASSO LAZIO  CONSERVAVANO PER L’INVERNO LE VARIE CIBARIE   Oggi non manca nulla, basta andare ad un supermercato per soddisfare qualsiasi  palato e preparare qualsiasi ricetta per i buongustai. Ma facendo un passo indietro nel tempo ,le cose erano ben diverse. A parte le possibilità economiche che erano veramente precarie, almeno per i campagnoli. Tutto ciò che la natura offriva si conservava per l’inverno. Voglio pertanto ricordare come tutto veniva conservato.  Nulla veniva sprecato; io personalmente non ricordo di aver visto in giro degli avanzi o della immondizia. Con quello che si getta oggi ci si poteva nutrire un’intera popolazione. Voglio pertanto ricordare per chi non lo sapesse, come si viveva e come si cercava di conservare il più possibile buona parte di quello che la campagna offriva.  ORTAGGI POMODORI: I pomodori ,alla maturazione venivano raccolti, portati in casa e dopo  averli spremuti a mano e passati in modo da eliminare i semi veniva fuori la conserva la quale veniva posta in apposite MAINE (contenitore in legno) e messa a seccare al sole. Dopo che tutto si era solidificato, il ricavato dal colore rosso bordò tendendo al marrone veniva messo in appositi cocci dopo aver aggiunto un po’ di olio.   La pasta o altri sughi venivano conditi con un cucchiaio di conserva. Le bottiglie sono apparse molto dopo. I pomodori rimasti verdi, si conservavano appesi in aria per consumarli man mano che maturavano quest’ultimi, nominati PENNERE.  Le fave ed i piselli venivano seccati, poi messi a mollo e consumati. I peperoni, seccati o sotto vinaccia per alcuni giorni (POPAROLI ALL’ACIDE).  FRUTTA: Vi erano svariate qualità di pere e alcune di queste qualità venivano conservate in vari modi.   LE PERASECCHE LE PERA ALL’ACIDE. Le altre qualità venivano poste su paglia e consumate man mano che si maturavano. Le mele, in parte venivano conservate su paglia, altre si tagliavano a fette, si facevano essiccare al sole o al forno a legna e venivano chiamate PACCUCCE.  L’UVA: Alcune qualità di uva si faceva seccare L’UVA PASSE.  Le ALBICOCCHE venivano seccate al sole e conservate. Poi vi era il melone d’inverno il quale veniva appeso e consumato possibilmente a Natale. AGLIO e CIPOLLE ,intrecciate e appese in aria.  I frigoriferi e congelatori erano cose dell’altro mondo.   Siamo ben lontani da queste miserie, oggi (con la pancia piena) si parla di crisi … e tutto questo cosa era? Mi fa piacere se mi pubblicate quanto scritto anche per far sapere alle nuove generazioni come si procedeva, in un passato non molto lontano, per tirare avanti.         Per L’Eco di Roccasecca Rocco Tanzilli Le illustrazioni sono dei dipinti di Rocco Tanzilli
La tipica “cannata” per conservare acqua freschissima, peperoni, peperoncini.
Tempo di vendemmia, il tino, la damigiana, l’uva.
Trecce d’aglio, vino e peperoncino, la base della cucina nelle case contadine