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VENITE CON ME
Reportage su un viaggio in Australia
Terza parte – Oceania
Testo e foto di Roberto Matassa
OCEANIA
Ho di fronte a me nel mio studio, un globo che non smetto mai di
contemplare, è semplicemente una maniera di ricollocare
visualmente la geografia con l’immaginazione per andare a
ritrovare il dove e il quando dei miei viaggi.
Quest’ultimo lungo viaggio in Oceania l’avevo organizzato
comprando un biglietto aereo per fare qualcosa tipo il giro del
mondo, con le soste da organizzare lungo il percorso.
Eccomi qua, due mesi di viaggio, cominciavo da Hong Kong ove
dovevo prelevare una buona quantità di pellicole da un grossista
a Stanley Street, Hong Kong Island. Poi via per Sydney con una
breve sosta in Australia.
L’Australia, ironicamente descritta “The land of never never” (
terra di mai e poi mai) così dicevano gli emigranti inglesi sconfitti
dalla nostalgia di casa quando ritornavano in Inghilterra, sia per
colpa della monotonia o per l’isolamento, oppure perché il sole,
giorno dopo giorno, ti segue, come una lunga giornata di caldo
estivo, e tu lì a scacciare le mosche imprecando “Ma che caldo
che fa” Poi la notte qualche zanzara affezionata ….che non ti
lascia tranquillo! Per quel che mi riguarda, io non l’ho mai
trovata così perché’ attraversandola mi affascinava tanto! Il cielo
sempre blu splendete e i colori delle piante tropicali su a
Queensland che non finivo mai di contemplare.
Poi, con un grade afflusso di nuovi emigranti con la tecnologia di
oggi non importa dove sei non puoi parlare più di monotonia.
L’Australia è posizionata proprio a sud dell’ Oceano Pacifico;
questo nome <Pacifico> gli fu attribuito dal portoghese
Ferdinando Magellano durante i suoi viaggi di scoperte dal 1519
al 1522, con la sua flotta di cinque navi. A dir la verità a me non
sembra poi tanto Pacifico, sempre tormentato dagli uragani! Mi
torna alla memoria quando da ragazzino vidi un film bianco e
nero appunto intitolato <URAGANO> in un’isola di quell’Oceano,
che mi lasciò molto spaventato.
Ogni traversata del Pacifico con l’aereo mi provocava incubi,
durante le lunghe ore pensando che nel Pacifico ci entrerebbe
tutto l’Atlantico, e l’Antartico, con 25000 isole e 17 stati
riconosciuti anche se sono solo una macchia di territori in quella
immensità, dall’Australia a Panama.
LA NUOVA ZELANDA
Questa nazione è la prima per cominciare il mio lungo viaggio. E’
stata sempre nei miei sogni, non solo per<DOWN UNDER >
<sotto il mondo> come l’Australia da come è geograficamente
situata. La Nuova Zelanda è più piccola dell’Italia e ha tante
similitudini con la nostra penisola: le quattro stagioni si si
mostrano ben distinte, ma purtroppo i terremoti sono frequenti.
La Nuova Zelanda è situata lungo < the ring of fire> “cerchio di
fuoco” che attraversa tutto il Pacifico fino all’Alaska, parte del
Tectonic Plate della struttura terrestre in movimento. Purtroppo
anche l’Italia è situata nella stessa situazione, e subisce tanti
terremoti. Ma tutti questi timori si assottigliano perché in
compenso, si vive in una terra piena di colori con una ricca
vegetazione e paesaggi da sogno, una nazione di rare bellezze.
Ora, con questo viaggio, avevo tutto a portata di mano!
Noleggiai l’auto all’aeroporto di Auckland per attraversarla tutta
da nord a sud e da est a ovest. Che privilegio! Non tanto
popolata, presenta tanto ordine tipico dei paesi anglosassoni,
acquisita dagli abitanti generalmente di origini Inglesi e Scozzesi.
Comincio con la città di Auckland, Nord Island. Situata su un
promontorio, c’è una grande baia zeppa di barche a vela, segno
di benessere, si dice che ce n’è una per ogni abitante.
Eppure ci sono stati momenti di tristezza, come quando stavo su
una lunga banchina e un signore che stava lì a pescare cominciò
a raccontarmi una storia personale molto toccante. Era arrivato
in quella lontana terra dall’ Inghilterra, tanti anni prima, forse
venti! Mi disse che aveva avuto un forte contrasto col padre che
lo lasciò andare, non ne aveva saputo più nulla e neanche gli
interessava, e allo stesso tempo disse che non aveva notizie di
sua madre che non aveva mai stimato. Io mi rattristai pensando
a come ci si poteva sentire a tanta distanza da casa, senza
riferimenti a persone care, ormai dimenticate nel tempo!
Andai a Rotorua, un posto che mi ricordava la Solfatara di
Pozzuoli, con la crosta terreste tanto fragile con tanti fenomeni
diversi. Poi sempre nel North Island a Taupo, verso la costa
occidentale e al vulcano di Mont Egmont, e poi giù alla Capitale
Wellington, dove si prende il ferry-per Picton South Island. La
traversata di mare per South Island attraverso lo Stretto di Cook
(Cook Strait) mi lasciava perplesso perché’ era in tarda serata e
la nave doveva vedersela in mezzo ai tanti scogli! Ma si sa la
maestria dei piloti di mare! Scoprii che la nave aveva un motore
italiano, della Ansaldo.
Questa cosa l’avevo già notata in una traversata che feci anni
prima da Hong Kong a Macao. Insomma, questi motori Ansaldo,
altro che solo macchine del caffè, noi Italiani siamo pure bravi a
costruire tante altre macchine!!
Giorno dopo giorno, sebbene fossimo in gennaio, io stavo a
godermi l’estate del Mare del Sud Sea.
Facemmo una lunga sosta a Christchurch, la città più grande
della South Island, nuova, bellissima, piena di studentesse che si
esibivano in piazza, davanti alla cattedrale, che mi godevo
mentre aspettavo l’ora buona per le mie fotografie.
Leggevo del terremoto del giorno prima a Kobe in Giappone, era
il 17 gennaio 1995; chi mai avrebbe immaginato che questa
Cattedrale sarebbe stata distrutta proprio da un terremoto?
Praticamente ho sofferto la stessa sfortuna delle due torri di New
York, fotografate poco prima di essere demolite …
Ma c’era ancora tanto da vedere, come l’imponente Ghiacciaio
Franz Josef nel Westland National Park; e qui dovete perdonare
la mia ignoranza, perché onestamente non so cosa aveva avuto a
che fare l’Imperatore Austriaco laggiù sotto il mondo per
prenderne il nome, sicuramente lui non aveva mai varcato i
confini dell’Europa! Ma… chissà…
Poi Mount Cook, la montagna più alta delle Southern Alps con i
suoi 3.750 metri. Vicino c’è il pittoresco lago Tekapo, famoso
oltre che per la sua magnifica posizione, soprattutto per il
caratteristico colore turchese delle sue acque dovuto alla
frantumazione di parte dei ghiacciai.
Qualche giorno dopo mi avventurai verso “The Milford Sound” un
fiordo situato nell'angolo sud-ovest dell' Isola del Sud, all'interno
del Fiordland National Park. Mi sembrava di trovarmi tra i monti
del Glen Coe in Scozia, era una giornataccia di pioggia e vento,
non c’era traffico, veramente mi preoccupai.
Arrivai nel tardo pomeriggio, lo scenario era tragico ma
interessante, ma non proprio ideale per scattare foto per
l’industria turistica! Quando stavo per rientrare verso l’Hotel, mi
sentii chiamare “Hey, Matassa!” … Si trattava di una coincidenza
incredibile, di quelle che capitano una volta su mille, era il
proprietario di un albergo vicino casa mia in Scozia, che si
trovava lì con la moglie. Un incontro a 8000 miglia dalla Scozia!
Lui, Mr. Morgan, poi ne fece a mia insaputa un articolo sul
Glasgow Herald.
Questo Milford Sound è uno dei luoghi più interessanti della
Nuova Zelanda per il turismo, tenevo moltissimo poter fare
parecchie fotografie, ma con quel tempaccio! Il miracolo avvenne
la mattina appresso, c’era un cielo blu con dei riflessi perfetti e io
immediatamente mi misi all’opera; meno male perché’ a mezza
mattinata il tempo peggiorò nuovamente. Quelle foto, scattate in
quell’unico squarcio di azzurro, mi portarono bei guadagni,
vendute in varie agenzie ed utilizzate per il dépliant di una
famosa compagnia aerea. Ma c’era ancora da vedere, per
esempio la splendida cittadina di Queenstown, ottima per le
attività sportive, sul Lago Wakatipu, un incanto che non posso
scordare, ancora quei colori turchese. Dopo aver gironzolato la
South Island mi riavviai per il punto di partenza verso la North
Island, verso Russell, The Bay Of Islands, e altre meraviglie.
Feci anche uno strano incontro con un uomo molto premuroso,
che mi mise la sua cinepresa in mano chiedendomi di filmare
continuamente mentre lui faceva dei commenti da reporter; poi
mi disse che si trattava di un servizio per la televisione
Israeliana; con una tipica cantilena mi raccontava della Terra
Santa e di Abramo e non la finiva più, era tanto coinvolto e si
divertiva tanto specialmente quando gli dissi che Abramo prima
di allora, non aveva visto questo paradiso! Gli dissi che
guardando The Bay Of Island si poteva parlare di terra
promessa!
Questa regione della North Island si chiama Bay of Plenty, ossia
La Baia dell’abbondanza, così definita dal Capitano James Cook.
ISOLE DI FIJII
Ma giorni volavano, e anche io dovetti volare ancora per tante
ore per giungere all’aeroporto di Nadi, nelle isole Fiji, un altro
paradiso terrestre! Gironzolando con l’auto noleggiata
all’aeroporto vidi tante spiagge, bellissime ma vuote. …Mi
interessavano facce tipiche delle Fiji da fotografare; c’erano
anche tantissimi indiani fatti emigrare dai British per la
coltivazione della canna da zucchero.
Suva è la capitale di queste isole, tanto carina con una attrattiva
promenade e il porto. Era domenica ed era proprio quello che
volevo vedere e sentire: l’atmosfera domenicale. C’era un gruppo
di donne vestite per la messa con quel cappello di paglia bianco,
largo ed elegante poi da dentro la chiesa cattolica proveniva un
coro di canti religiosi, una nenia così dolce che mi faceva
apprezzare meglio il sapore del South Pacific !
Nel percorso c’era l’indicazione B.B Accomodation! Vidi una
grassona come un barile che mi veniva incontro invitandomi ad
entrare, sarà stata la padrona, era tanto grassa che faceva fatica
a entrare alla porta. Dissi a me stesso “mamma mia e mo’ come
faccio? quella mi picchia“! Non ricordo come, cercai una scusa e
me la squagliai !!!...
HONOLULU
E vola e vola, questa volta di notte non ricordo quante ore per
Honolulu, capitale delle isole Hawaii, il 50º degli Stati Uniti
d'America, che si trova sulla costa sud-orientale dell'isola di
Oahu. Un grande aeroporto per smistamento in tutte le regioni
del Pacifico. Quindi siamo in territorio U.S.A. Si tratta di un
quantità di isole che è una buona parte del mercato turistico
americano, che si orienta anche verso Miami in Florida per …
svernare!
Honolulu, considerando l’intero distretto, ha oltre un milione di
abitanti, in maggior parte americani; di gente tipica locale ne
vedevo poca e una città piena di energia specialmente si notava
per tutta la lunghezza di Wakiki Beach.
Io non ebbi nessuna corona di fiori quando sono arrivai, sarebbe
una consuetudine come un benvenuto in quelle isole. Passai una
intera giornata a fotografare “the Hula dance” in un piccolo
teatrino all’aperto dove la Kodak faceva le promozioni.
Certamente passai tanto tempo per soggetti importanti lungo
Waikiki Beach e per il surf sempre in direzione di Diamond Head
e poi i tramonti spettacolari a Mamala Bay.
Dopo dieci giorni con un altro lungo volo per Los Angeles ero
pronto finalmente a tornare a Londra, ma ancora dovevo fare
altre undici ore di volo e poi un altro per Glasgow dove come al
solito Rosemarie, la mia SUPER metà mi veniva incontro
sorridente.
Da Winchester, England, Roberto Matassa
Auckland boats
Geyser a Rotorua
Christchurch Cathedral
Milford Sound
Fiji girls
Waikiki Beach
Ragazza