L’Eco di Roccasecca
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Anno 18, n. 86		                                            Maggio 2013 Anno 18, n. 86		                                            Maggio 2013
VENITE CON ME Reportage su un viaggio in Australia Terza parte – Oceania Testo e foto di Roberto Matassa OCEANIA  Ho di fronte a me nel mio studio, un globo che non smetto mai di contemplare, è semplicemente una maniera di ricollocare  visualmente la geografia con l’immaginazione per andare a  ritrovare il dove e il quando dei miei viaggi. Quest’ultimo lungo viaggio in Oceania l’avevo organizzato  comprando un biglietto aereo per fare qualcosa tipo il giro del  mondo, con le soste da organizzare lungo il percorso. Eccomi qua, due mesi di viaggio, cominciavo da Hong Kong ove  dovevo prelevare una buona quantità di pellicole da un grossista  a Stanley Street, Hong Kong Island. Poi via per Sydney con una  breve sosta in Australia. L’Australia, ironicamente descritta “The land of never never” (  terra di mai e poi mai) così dicevano gli emigranti inglesi sconfitti dalla nostalgia di casa quando ritornavano in Inghilterra, sia per  colpa della monotonia o per l’isolamento, oppure perché il sole,  giorno dopo giorno, ti segue, come una lunga giornata di caldo  estivo, e tu lì a scacciare le mosche imprecando “Ma che caldo  che fa” Poi la notte qualche zanzara affezionata ….che non ti  lascia tranquillo! Per quel che mi riguarda, io non l’ho mai   trovata così perché’ attraversandola mi affascinava tanto! Il cielo  sempre blu splendete e i colori delle piante tropicali su a  Queensland che non finivo mai di contemplare. Poi, con un grade afflusso di nuovi emigranti con la tecnologia di  oggi non importa dove sei non puoi parlare più di monotonia. L’Australia è posizionata proprio a sud dell’ Oceano Pacifico;  questo nome <Pacifico> gli fu attribuito dal portoghese  Ferdinando Magellano durante i suoi viaggi di scoperte dal 1519  al 1522, con la sua flotta di cinque navi. A dir la verità a me non  sembra poi tanto Pacifico, sempre tormentato dagli uragani! Mi  torna alla memoria quando da ragazzino vidi un film bianco e  nero appunto intitolato <URAGANO> in un’isola di quell’Oceano,  che mi lasciò molto spaventato. Ogni traversata del Pacifico con l’aereo mi provocava incubi,  durante le lunghe ore pensando che nel Pacifico ci entrerebbe  tutto l’Atlantico, e l’Antartico, con 25000 isole e 17 stati  riconosciuti anche se sono solo una macchia di territori in quella  immensità, dall’Australia a Panama. LA NUOVA ZELANDA Questa nazione è la prima per cominciare il mio lungo viaggio. E’  stata sempre nei miei sogni, non solo per<DOWN UNDER >  <sotto il mondo> come l’Australia da come è geograficamente  situata. La Nuova Zelanda è più piccola dell’Italia e ha tante  similitudini con la nostra penisola: le quattro stagioni si si  mostrano ben distinte, ma purtroppo i terremoti sono frequenti.  La Nuova Zelanda è situata lungo < the ring of fire> “cerchio di  fuoco” che attraversa tutto il Pacifico fino all’Alaska, parte del  Tectonic Plate della struttura terrestre in movimento. Purtroppo  anche l’Italia è situata nella stessa situazione, e subisce tanti  terremoti. Ma tutti questi timori si assottigliano perché in  compenso, si vive in una terra piena di colori con una ricca  vegetazione e paesaggi da sogno, una nazione di rare bellezze. Ora, con questo viaggio, avevo tutto a portata di mano!  Noleggiai l’auto all’aeroporto di Auckland per attraversarla tutta  da nord a sud e da est a ovest. Che privilegio! Non tanto  popolata, presenta tanto ordine tipico dei paesi anglosassoni,  acquisita dagli abitanti generalmente di origini Inglesi e Scozzesi. Comincio con la città di Auckland, Nord Island. Situata su un  promontorio, c’è una grande baia zeppa di barche a vela, segno  di benessere, si dice che ce n’è una per ogni abitante. Eppure ci sono stati momenti di tristezza, come quando stavo su  una lunga banchina e un signore che stava lì a pescare cominciò  a raccontarmi una storia personale molto toccante. Era arrivato  in quella lontana terra dall’ Inghilterra, tanti anni prima, forse  venti! Mi disse che aveva avuto un forte contrasto col padre che  lo lasciò andare, non ne aveva saputo più nulla e neanche gli  interessava, e allo stesso tempo disse che non aveva notizie di  sua madre che non aveva mai stimato. Io mi rattristai pensando  a come ci si poteva sentire a tanta distanza da casa, senza  riferimenti a persone care, ormai dimenticate nel tempo!  Andai a Rotorua, un posto che mi ricordava la Solfatara di  Pozzuoli, con la crosta terreste tanto fragile con tanti fenomeni  diversi. Poi sempre nel North Island a Taupo, verso la costa  occidentale e al vulcano di Mont Egmont, e poi giù alla Capitale  Wellington, dove si prende il ferry-per Picton South Island. La  traversata di mare per South Island attraverso lo Stretto di Cook  (Cook Strait) mi lasciava perplesso perché’ era in tarda serata e  la nave doveva vedersela in mezzo ai tanti scogli! Ma si sa la  maestria dei piloti di mare! Scoprii che la nave aveva un motore  italiano, della Ansaldo. Questa cosa l’avevo già notata in una traversata che feci anni  prima da Hong Kong a Macao. Insomma, questi motori Ansaldo,  altro che solo macchine del caffè, noi Italiani siamo pure bravi a  costruire tante altre macchine!!   Giorno dopo giorno, sebbene fossimo in gennaio, io stavo a  godermi l’estate del Mare del Sud Sea. Facemmo una lunga sosta a Christchurch, la città più grande  della South Island, nuova, bellissima, piena di studentesse che si esibivano in piazza, davanti alla cattedrale, che mi godevo  mentre aspettavo l’ora buona per le mie fotografie. Leggevo del terremoto del giorno prima a Kobe in Giappone, era  il 17 gennaio 1995; chi mai avrebbe immaginato che questa  Cattedrale sarebbe stata distrutta proprio da un terremoto?  Praticamente ho sofferto la stessa sfortuna delle due torri di New York, fotografate poco prima di essere demolite … Ma c’era ancora tanto da vedere, come l’imponente Ghiacciaio  Franz Josef nel Westland National Park; e qui dovete perdonare  la mia ignoranza, perché onestamente non so cosa aveva avuto a che fare l’Imperatore Austriaco laggiù sotto il mondo per  prenderne il nome, sicuramente lui non aveva mai varcato i  confini dell’Europa! Ma… chissà…  Poi Mount Cook, la montagna più alta delle Southern Alps con i  suoi 3.750 metri. Vicino c’è il pittoresco lago Tekapo, famoso  oltre che per la sua magnifica posizione, soprattutto per il  caratteristico colore turchese delle sue acque dovuto alla  frantumazione di parte dei ghiacciai. Qualche giorno dopo mi avventurai verso “The Milford Sound” un  fiordo situato nell'angolo sud-ovest dell' Isola del Sud, all'interno del Fiordland National Park. Mi sembrava di trovarmi tra i monti  del Glen Coe in Scozia, era una giornataccia di pioggia e vento,  non c’era traffico, veramente mi preoccupai.  Arrivai nel tardo pomeriggio, lo scenario era tragico ma  interessante, ma non proprio ideale per scattare foto per  l’industria turistica! Quando stavo per rientrare verso l’Hotel, mi  sentii chiamare “Hey, Matassa!” … Si trattava di una coincidenza  incredibile, di quelle che capitano una volta su mille, era il  proprietario di un albergo vicino casa mia in Scozia, che si  trovava lì con la moglie. Un incontro a 8000 miglia dalla Scozia! Lui, Mr. Morgan, poi ne fece a mia insaputa un articolo sul  Glasgow Herald. Questo Milford Sound è uno dei luoghi più interessanti della  Nuova Zelanda per il turismo, tenevo moltissimo poter fare  parecchie fotografie, ma con quel tempaccio! Il miracolo avvenne  la mattina appresso, c’era un cielo blu con dei riflessi perfetti e io immediatamente mi misi all’opera; meno male perché’ a mezza  mattinata il tempo peggiorò nuovamente. Quelle foto, scattate in quell’unico squarcio di azzurro, mi portarono bei guadagni,  vendute in varie agenzie ed utilizzate per il dépliant di una  famosa compagnia aerea. Ma c’era ancora da vedere, per  esempio la splendida cittadina di Queenstown, ottima per le  attività sportive, sul Lago Wakatipu, un incanto che non posso  scordare, ancora quei colori turchese. Dopo aver gironzolato la  South Island mi riavviai per il punto di partenza verso la North  Island, verso Russell, The Bay Of Islands, e altre meraviglie. Feci anche uno strano incontro con un uomo molto premuroso,  che mi mise la sua cinepresa in mano chiedendomi di filmare  continuamente mentre lui faceva dei commenti da reporter; poi  mi disse che si trattava di un servizio per la televisione  Israeliana; con una tipica cantilena mi raccontava della Terra  Santa e di Abramo e non la finiva più, era tanto coinvolto e si  divertiva tanto specialmente quando gli dissi che Abramo prima  di allora, non aveva visto questo paradiso! Gli dissi che  guardando The Bay Of Island si poteva parlare di terra  promessa!    Questa regione della North Island si chiama Bay of Plenty, ossia  La Baia dell’abbondanza, così definita dal Capitano James Cook. ISOLE  DI  FIJII  Ma giorni volavano, e anche io dovetti volare ancora per tante  ore per giungere all’aeroporto di Nadi, nelle isole Fiji, un altro  paradiso terrestre! Gironzolando con l’auto noleggiata  all’aeroporto vidi tante spiagge, bellissime ma vuote. …Mi  interessavano facce tipiche delle Fiji da fotografare; c’erano  anche tantissimi indiani fatti emigrare dai British per la  coltivazione della canna da zucchero. Suva è la capitale di queste isole, tanto carina con una attrattiva  promenade e il porto. Era domenica ed era proprio quello che  volevo vedere e sentire: l’atmosfera domenicale. C’era un gruppo  di donne vestite per la messa con quel cappello di paglia bianco,  largo ed elegante poi da dentro la chiesa cattolica proveniva un  coro di canti religiosi, una nenia così dolce che mi faceva  apprezzare meglio il sapore del South Pacific ! Nel percorso c’era l’indicazione B.B Accomodation! Vidi una  grassona come un barile che mi veniva incontro invitandomi ad  entrare, sarà stata la padrona, era tanto grassa che faceva fatica a entrare alla porta. Dissi a me stesso “mamma mia e mo’ come  faccio? quella mi picchia“! Non ricordo come, cercai una scusa e  me la squagliai !!!... HONOLULU  E vola e vola, questa volta di notte non ricordo quante ore per  Honolulu, capitale delle isole Hawaii, il 50º degli Stati Uniti  d'America, che si trova sulla costa sud-orientale dell'isola di  Oahu. Un grande aeroporto per smistamento in tutte le regioni  del Pacifico. Quindi siamo in territorio U.S.A. Si tratta di un  quantità di isole che è una buona parte del mercato turistico  americano, che si orienta anche verso Miami in Florida per …  svernare!   Honolulu, considerando l’intero distretto, ha oltre un milione di  abitanti, in maggior parte americani; di gente tipica locale ne  vedevo poca e una città piena di energia specialmente si notava  per tutta la lunghezza di Wakiki Beach. Io non ebbi nessuna corona di fiori quando sono arrivai, sarebbe  una consuetudine come un benvenuto  in quelle isole. Passai una intera giornata a fotografare “the Hula dance” in un piccolo  teatrino all’aperto dove la Kodak faceva le promozioni.  Certamente passai tanto tempo per soggetti importanti lungo  Waikiki Beach e per il surf sempre in direzione di Diamond Head  e poi i tramonti spettacolari a Mamala Bay. Dopo dieci giorni con un altro lungo volo per Los Angeles ero  pronto finalmente a tornare a Londra, ma ancora dovevo fare  altre undici ore di volo e poi un altro per Glasgow dove come al  solito Rosemarie, la mia SUPER metà mi veniva incontro  sorridente. Da Winchester, England, Roberto Matassa
Auckland boats
Geyser a Rotorua
Christchurch Cathedral
Milford Sound
Fiji girls
Waikiki Beach
Ragazza