L’Eco di Roccasecca
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Anno 18, n. 87		                                            Agosto 2013 Anno 18, n. 87		                                            Agostoo 2013 Il Genoa e un tifoso speciale: breve storia di una lunga passione    Fabrizio De Andrè diventò un tifoso del Genoa andando a vedere da bambino Genoa – Torino in compagnia del padre e del fratello. Il Torino era il Grande Torino di Mazzola, Loik, Gabetto e compagnia bella, il padre ed il fratello erano tifosi granata, il Toro vinse alla grande e Fabrizio si innamorò dei colori rossoblù. Della serie “in direzione ostinata e contraria”, come sempre. E’ uscito da poco un libro scritto da Tonino Cagnucci dal titolo “il Grifone fragile” che racconta per i tipi di Limina la storia del tifoso Fabrizio De André. Ve lo immaginate lui che annota la classifica del Genoa e ne disegna la possibile formazione per l’anno successivo ? Nei suoi diari, che l’autore è riuscito a consultare grazie a Dori Ghezzi, Fabrizio custodiva la sua fede rossoblù con tutte le manie del vero tifoso. In un’agenda del Credito Lombardo del 1988 per esempio ci sono annotate tutta una serie di osservazioni riferite a quella stagione calcistica. “Ci si salva a 27 punti” e vari calcoli sul calendario che attendeva il Grifone nelle ultime giornate di campionato. Poi sotto la formazione che il cantautore avrebbe voluto vedere in campo con la maglia rossoblù : Cusin; Mazinho, Baresi, Ferri, Branco, Alemao, RiJkaard, Gullit, Haessler, Casiraghi, Baggio. In pratica un libro dei sogni, un esercizio che ogni buon tifoso si trova a fare molte volte ipotizzando formazioni ovviamente irrealizzabili e che restano nella mente e nella fantasia di ciascuno.  Tornando al campionato di quella stagione Fabrizio redige anche le sue personali pagelle, partita per partita, e stila la formazione tipo con accanto le medie voto di ciascun calciatore. Seguono anche le sue riflessioni scritte sulla difficile posizione di classifica del Genoa e il percorso verso la salvezza: “per andare allo spareggio il Genoa deve perdere, l’Udinese deve vincere, la Fiorentina pareggiare o vincere. Per rimanere in serie A basta pareggiare con l’Ascoli oppure basta che Inter ed Udinese pareggino”. Parole sue scritte di suo pugno sull’agenda. Dove fra gli appunti e le bozze di canzoni come le Nuvole e Domenica delle salme si può trovare anche un commento su Licata – Reggina di serie B.  Sul retro di un cartoncino di invito ufficiale del Piccolo Teatro di Milano Fabrizio aveva annotato un’altra formazione del Genoa con i suoi voti personali. Eccola : Braglia 6,25; Torrente 6,25; Branco 6,40; Ferrari 6; Caricola 6,50; Signorini 6,50; Ruotolo 6,35; Bortolazzi 6,83; Aguilera 6,85; Skuhravy 6,75. De André il Genoa lo aveva seguito a lungo anche in trasferta, insieme al suo amico Pinelli e spesso andava allo stadio con Pippo Spagnolo storico capo della tifoseria rossoblù. Proprio Spagnolo ha raccontato in un’intervista sul tema che De André sapeva proprio tutto del Genoa, e che quando è morto nella bara aveva voluto una sciarpa del Genoa che proprio Spagnolo gli aveva regalato e con la quale si è fatto cremare. Dori Ghezzi ha rivelato che anche durante il lungo sequestro che i due subirono in Sardegna nel 1979 Fabrizio ai suoi carcerieri chiedeva sempre “che cosa ha fatto il Genoa?”. Addirittura a volte gli stessi banditi gli permettevano di ascoltare alla radio Tutto il calcio minuto per minuto per seguire le sorti del Genoa. Non a caso a Marassi prima di ogni partita del Genoa viene diffusa Creuza de Ma, la canzone che porta il titolo di uno dei più celebrati album di De André interamente scritto in dialetto genovese. Una passione profonda che resta viva anche nell’immagine di Fabrizio che campeggia su una grande bandiera che viene sempre sventolata in curva dai tifosi genoani. Una passione che fece dire a Fabrizio : “Non posso scrivere del Genoa perché sono troppo coinvolto”.  Ferdinando