L’Eco di Roccasecca
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Anno 18, n. 88		                                            Ottobre 2013 Anno 18, n. 88		                                            Ottobre 2013 LE API         A volte anche non pensandoci, magari passando, vai a salutare un amico e ti imbatti  in cose magari dimenticate nel tempo. L’amico appassionato di api inizia a spiegarti come, cosa e quando di questi insetti. Poi ti porta a vedere i suoi alveari e a spiegare le fasi delle attività da completare per ottenere alla fine il miele. Dico la verità, è una cultura che dà la voglia di imitare questo meraviglioso campo. Istintivamente, avendo la casa in campagna mi è venuta una gran voglia di fare anch’io quello che, con tanta passione, l’amico mi aveva spiegato. Mi sono recato in un laboratorio dove producevano alveari ed ho acquistato il necessario per due alveari, mi sono fatto dare due sciami dall’amico ed ecco piazzate anche da me queste meravigliose api. Oggi con le cure dovute, tutto si può fare sull’argomento, non manca nulla, basta pensare e realizzare, ma ritornando indietro nel tempo le cose erano ben diverse.  Quando ero ragazzo, parlo degli anni quaranta, esistevano le api ma certamente la procedura era ben diversa. Si sentiva nell’aria un forte ronzio. Erano api che sciamavano, ci si dava la voce a chi era presente e tutti accorrevano all’evento. Con zappe alla mano, con coperchi di pentola, con qualsiasi arnese si iniziava a fare baccano per frastornare le api e farle posare in qualche ramo di albero più vicino. Poi con un po’ di fumo  si prendevano e si mettevano in cassette rimediate o tini. (vedi quadro da me realizzato)                    Oggi non è più così, muniti di apposite tute, con soffietto  per il fumo, le api vengono adagiate in alveari costruiti con tecniche moderne (vedi illustrazione). Per raccogliere il miele, ai vecchi tempi, le api venivano distrutte. Oggi vi sono i mielai posti nella parte superiore dell’alveare e le api vengo respinte nella parte bassa. Con molta facilità si porta via il miele, senza nulla distruggere si ripongono i mielai nell’alveare. Il quadro da me realizzato mi è stato chiesto dal presidente degli apicultori del Lazio Dr. Francesco Coarelli, da esporre nel museo delle api a Roma. Mi fa onore donare questa modesta opera ad un importante  consorzio denominato- ARAL- che è quello delle api.  Rocco Tanzilli