L’Eco di Roccasecca
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Anno 18, n. 89		                                           Dicembre 2013 Anno 18, n. 89		                                            Dicembre 2013 SAGGIO  SUL MONDO CHE CAMBIA    Oggi giorno più che mai la scienza ci ha dato le prove di quando sta’ accadendo al nostro pianeta. Si cerca una risposta. Ci sarà, e cosa si farà?  Noi tutti sappiamo quando ci sono dei limiti agli eccessi, e che il nostro mondo sta soffrendo tanti abusi, più di quando ne possa sopportare; prevalentemente il problema più assillante è legato all’energia e al relativo riscaldamento terrestre. I ghiacciai dell’Antartide si sciolgono gradualmente con le catastrofiche conseguenze che ormai tutti conoscono. Io con la mia personale esperienza ho constatato per esempio a Hong Kong e Shangai e altri posti del Sud East Asiatico che arie che vorrei definire “affumicate” mi hanno impedito buoni risultati nella fotografia di scenari.  Ho fatto tre viaggi a Hong Kong e anche posizionandomi col treppiede dalla sponda del Kowloon guardando verso Victoria < Hong Kong Island> non ho mai avuto fortuna con la nitidezza del risultato.  Neanche i filtri polaroid mi aiutavano; l’aria impura fa male alle pellicole, e anche per le foto di notte, c’è sempre stata quella foschia dominante.  Addirittura anche dall’altura dominante dal Pick non vennero buone. Ora ve ne dico una; provate a vedere quando ci sono sfondi sulla città di Peking, in ogni news, non vedrete mai quel cielo blu all’orizzonte. Lo stesso mi e’ successo attraversando tutta l’isola di Giava, da est a ovest, pur avendo la medesima estensione della penisola italiana; figuratevi quanta angustia e frustrazione per me, aspettando giorno dopo giorno a Magelang per fotografare i templi a Boroborodur!   Poi qualcuno mi disse che succede quando bruciano le foreste, mi dissero la stessa cosa a Singapore e anche a Kuala Lumpur in Malesia ove ebbi un poco di fortuna solo a Malacca. Invece vi dico che ogni volta che andavo in Australia con l’aereo, appena attraversavo il Timor Sea cominciavo a vedere i veri colori della creazione di Dio!  Il vero blu < dipinto di blu > come cantava Domenico Modugno. E poi si capisce l’intensità di colori della terra australiana fino a che arrivavo a Sydney: che meraviglia, non vi dico poi la purezza  della fauna su al Queensland. Vi ho trascinato in questo soggetto brevemente solo come introduzione per farvi capire come la penso io in questo mondo ormai affollato ed inquinato!   I Cinesi sia a Hong Kong che in ogni altro paese sono felici quando vivono uno sopra l’altro e per le loro belle tradizioni e per il  business, l’esplosione delle popolazioni è tale che ormai non si può parlare più di milioni, ma di bilioni.  Prendiamo l’India per esempio. Che io mi ricordo dai fatti storici, quando circa sessant’anni fa Mahatma Gandi celebrò l’indipendenza dagli Inglesi, si parlava di circa quattrocento milioni di abitanti, ora le statistiche dicono che sono più di un bilione. Pensate e ripensate, questo è un grande cambiamento sul nostro pianeta. Allora io dico che ogni essere umano che viene al mondo ha bisogno di energia, chiamiamola come ci pare, ma chiunque, dall’America Meridionale alla Cina, ha bisogno di quella minima e indispensabile quantità, che sia Power Station a carbone o anche con un mucchietto di carbonella; e vedrete che il volume di quella foschia o pollusion, diventerà sempre più spaventoso.  Ed è proprio quello che vedevo di fronte ai miei occhi in East Asia. Ora vado un poco più indietro. Per quanto mi ricordo di fatto avevo i miei sei o sette anni, tutto quello che vi dico, sorprende me stesso.  Lì al paese Caprile di Roccasecca dove sono nato il fascismo aveva promosso il DOPOLAVORO  (sotto al Palazzo Bruno) dove ci si poteva ricreare, ed io ricordo quegli ambienti, soprattutto le tante “madonne” pronunciate così frequentemente quando i membri giocavano a carte! Però si parlava tanto di attualità e io con le orecchi che ho, sentivo dire che l’Italia aveva i suoi trentatré milioni di abitanti nel 1935. Ora ne sono sessanta, meno male non tanta esplosiva come i paesi Orientali e Africani. Ma allora chi disse <Crescete e moltiplicatevi > e fino a quando e come! Io me lo domando sempre. Ora tanti paesi sono come una pignata quando comincia a bollire, il coperchio non regge più, e cercano terra più sicura, e si fanno chiamare rifugiati politici, ma per me non sempre è vero, perché vivo dove tutto questo è già accaduto, la Gran Bretagna. Qui per molto tempo hanno saputo razionalizzare questo problema ma ora anche loro fanno fatica ad arginare le troppe richieste da parte di stranieri. Ovviamente una conseguenza di tutto questo è la fisionomia della gente per strada che cambia, la società “multietnica” che avanza; ciò non sarebbe un problema in quando col tempo ci si assimila ma io mi chiedo quanto posto ci sia per tutti o se non si dovrebbe mettere un limite!  Tanti di questi emigrati hanno delle virtù religiose speciali, che io definirei, senza offesa “esagerate” come una malattia e sono irrequieti e alle volte si crea una nuova questione, cioè la reciproca tolleranza! Parlando del mondo  che sta degenerando, talvolta mi chiedo cosa si potrebbe fare. Chi va a ragionare con i cinesi che costruiscono Power Stations continuamente, e poi chi va a dire questo agli Indiani dopo tutto ne hanno diritto, ma il problema è diventato come l’equazione ( uno a dieci ). Ora c’è tanta ricerca per trovare alternative all’energia del carbone e la scienza ci sta lavorando ma il danno già è lì. Quando arrivai in questo paese ( Inghilterra ) nel novembre del 1954 credetemi non volevo accettare quello che vedevo: Londra era tanto affumicata, ogni casa aveva un camino e in ogni tetto  vedevo che fumicava, e si respirava un’aria balorda tant’è che quando uscivo  in  neanche mezz’ora il colletto della camicia si anneriva. Vi racconto cosa mi successe una sera con la nebbia così fitta che perdetti la mia amica piemontese, perché camminando lei s’era fermata a leggere un manifesto che descriveva La Tosca mentre io non mene accorsi cosi ci perdemmo nella nebbia, e un poliziotto mi incanalò alla stazione della metropolitana di San Pancras. Non vi dico poi di Glasgow. Pensate, andai in una sala da ballo chiamata Locarno e pure là dentro entrava l’odore pungente del koke. Questo valeva anche per le altre città britanniche. La  settimana scorsa sono andato a Londra, mi è parsa pulitissima, Glasgow sembra un giardino. Si può fare con altre forme di energia! Speriamo !   Roberto Matassa  Winchester England Ottobre 2013
Arcobaleno fotografato da Caprile
Bus a due piani ad Hong Kong
Hong Kong di notte
Hong Kong - barche 
I templi
Roberto Matassa