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L’Eco di Roccasecca
Anno 19, n. 92                                            Agosto 2014
Birra e noccioline, tavoli e sedie pieghevoli di legno sistemati sui marciapiedi, sfrigolio di salsicce su improvvisati barbecue, musica da banda e musica da gruppi più o meno sedicenti rocker, giostre, palloncini colorati, fuochi d’artificio. Ma anche luminarie, processioni, comitati e questuanti, immaginette del Santo di turno, programmi affissi alle bacheche pubblicitarie per strada, bancarelle assortite. Questi sono i suoni, gli odori e i sapori che le nostre feste di piazza evocano nel nostro subconscio dove si sono sedimentati da decenni, da quando eravamo piccoli e tutto ci sembrava meraviglioso a quando eravamo meno piccoli e magari più che la festa in se stessa ci interessava l’occasione di incontrare, o anche solo di vedere, “quella” che tanto ci piaceva ma che i genitori non facevano uscire mai.  Nel microcosmo Roccasecca e dintorni, ma anche in mille altri piccoli centri le feste di paese si assomigliano tutte. Ma ognuna è diversa dalle altre. Elemento di forte identità territoriale, quasi in grado di impersonare da sole l’appartenenza ad una comunità. A riprova di ciò il fatto che moltissimi emigrati per motivi di lavoro nel Nord Italia o anche all’estero, in particolare in Francia nella zona di Lione e Villeurbanne, o anche in Scozia e Irlanda hanno sempre fatto di tutto pur di poter tornare al paese proprio in coincidenza con la Festa del Santo Patrono. Un esempio per tutti la Festa di San Rocco, per decenni nel dopoguerra è stata fra tutte le feste di piazza di Roccasecca e dintorni la più sentita ed anche una delle più “ricche” grazie alle generose donazioni che gli emigrati inviavano dall’estero o comunque da lontano. La festa di San Rocco, per tanto tempo la più quotata e la più sentita, festa delle contrade contadine, ma anche a metà strada fra Centro e Stazione dunque amata da tutti. La processione di San Rocco, nel giorno stesso della festa, resta forse l’evento più autenticamente roccaseccano, partendo dalla chiesa a mezza costa per arrivare al giro di boa del bivio sulla Casilina con immancabile sosta davanti all’ex bottega di zio Carlo che ha sempre provveduto ad allestire il tavolo dove la statua del santo viene deposta. Un giro di boa che, sfruttando la posizione strategica della sua abitazione ad angolo sul bivio ed annesso balcone, il nostro Direttore ha immortalato negli anni. Tanta le gente che dalla Stazione sale al Bivio per attendere “la prucessione”. Tanta le gente che poi la segue nel suo rientro a San Rocco o che attende “gli spari” che salutano il ritorno nella sua chiesetta della statua. Ricordo vividamente come negli anni ruggenti 70-80 e anche 90 per andare alla festa di San Rocco dalla Stazione conveniva andare a piedi. E non per ragioni ambientali o salutistiche, quanto perché le macchine parcheggiate su ambo i lati della strada arrivavano parecchio in basso. Ricordo personaggi incredibili esibirsi sul palco piazzato davanti alla chiesetta : Nino Taranto, Gigi Sabani, Viola Valentino tanto per citarne qualcuno, ma anche Massimo Ciavarro, Elio Grassindonio e chi più ne ha più ne metta.  Spostandoci invece alla festa dello Scalo del 15 agosto, celebrazione dell’Assunta, indimenticabile il periodo dei primi anni ottanta quando l’organizzazione fu curata dal Gigio, Trapper, Roccotello, Fabrizio e compagnia bella. Memorabili le apparizioni sul palco dell’attuale piazza Totò De Curtis di artisti come Matia Bazar, Le Orme I Cugini di Campagna, Il Banco. Ma soprattutto le tante serate animate e molto partecipate dalla gente con pochi soldi e tante idee. Giochi di ogni tipo, fra cui ricordo una specie di Giochi senza Frontiere fra i rioni con una piscina artigianale realizzata in piena piazza. Interminabili tornei di ping pong, oppure un lancio dell’uovo vinto in coppia da me e Franco Rossini dopo che Tommaso Rea ci aveva spiegato all’ultimo momento il segreto per mantenere sempre l’uovo stesso più compatto. Memorabile un torneo di calcetto nel quale la nostra squadra, con in campo oltre me anche Franco Rossini, Piero, Roberto (sponsor l’Emporio Mora con una simpaticissima maglietta a righe orizzontali biancorosse) superò in finale i rivali di Roccasecca alta 2–1 con una mia rete finale contestata aspramente dai nostri avversari. Si sfiorò la rissa collettiva in piazza. Nel complesso tanto divertimento, tanta gente, tanto entusiasmo anche nella preparazione delle serate. Non mancavano le discussioni anche accese, ma alla fine si trovava un punto di equilibrio e si andava avanti. In fondo, il vero spirito delle feste di piazza paesane è quello. Coinvolgere il più possibile la comunità e vivere insieme qualche ora di svago e divertimento, nel nome del Santo patrono. Non so se quell’atmosfera oggi sarebbe ricreabile, a prescindere da tutto. Altri tempi. Altre vite. Altra voglia di vivere.  Ferdi
Birra e noccioline alla Festa della Stazione
Ferdinando anni ‘80
La squadra Punto-Emporio Mora
La Giuria del Torneo: da sin Meno Lorini, Antonio Vicini, Michele “Piattone” Fusco, Fabrizio di Cioccio
Birra e noccioline davanti al bar ex Peppantonio
La festa di San Rocco il 16 di agosto
Carlo prepara il tavolino per la Processione
Le luminarie alla festa della Srazione
Sul tema della Festa della Stazione a Roccasecca, rimandiamo i lettori anche  al n. 88 dell’Eco, in cui è stato ripubblicato il reportage di Franco Nardi  dedicato alla Festa dell’agosto 1997.  http://www.ciociari.com/Eco88/eco-vecchio.htm Imperdibile anche la ricostruzione della esibizione di una già matura Carmen  Villani alla Festa della Stazione, che trovate sul n. 64.  http://www.ciociari.com/eco64/copertina.htm http://www.ciociari.com/eco64/carmenstory.htm
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