Dopo la distruzione dell’Abbazia Mario insieme al fratello vagò in giro giungendo primaa Roma e poi tornando a Cassino che nel frattempo era stata compleamente distrutta.Allora i due si misero a cercare i genitori e la sorella e non trovandoli andarono aNapoli dove trovarono lavoro nella mensa americana per i portuali e, avuta notizia chec’erano dei rifugiati ciociari a Pisticci, andarono e trovarono madre e sorella. La bruttanotizia fu apprendere della morte del padre ritovato esanime a Roccadarce vicino auna fontana.Finita la guerra Mario lavora in ferrovia come manovale a spalare carbone, poi diventafuochista, cioè a servizio del macchinista di turno per alimentare il fuoco che serve aprodurre il vapore e qundi la forza motrice per le locomotive di quel tempo. Ma Mario èun ragazzo sveglio e intelligente e si fa voler bene e gli stessi mocchinisti gliconsigliano di sostenere l’esame fornendogli anche le nozioni utili a questo scopo.Insomma dopo un paio di tentativi riesce a superare il concorso e diventa“macchinista ferroviere”. Un sogno che si avvera. Un sogno specialmente rapportato aquei tempi quando essere ferroviere voleva dire qualcosa, l’orgoglio di appartenere adun corpo particolare, un senso di utilità e al tempo stesso di previlegio, tutti uniti per ununico scopo. Ora queste cose si sono un po’ perse, questo lavoro viene consideratoun lavoro normale come tanti altri.Allora era inebriante avere nelle tue mani un mostro come una locomotiva a vaporeche in tanti curavano, accarezzavano, preparavano con largo anticipo prima che ilviaggio cominciasse, c’erano tutti quegli omini neri che la oliavano e controllavano inogni sua parte quasi come fosse una di famiglia. Io queste cose le so perchè vivo inun paese di tanti ferrovieri per via che Roccasecca era un importante nodo ferroviariocome Cassino era ed è un’importante stazione a confine tra la Campania e il Lazio.Nei racconti di Mario che riguardavano quei giorni io l’ho sentito parlare di tanta genteche personalmente cononoscevo fra quelli che hanno lavorato e lavorano nelleferrovie.
Mario Forlino in una rievocazione storica
Dopo arriva la pensione ma intanto si cominciano ad organizzare manifestazioni nelricordo della distruzione di Cassino e dell’Abbazia. Mario viene continuamentechiamato a testimoniare quei giorni terribbili soprattutto come testimone oculare delbombardamento al monastero. Così fa la conoscenza con i reduci di tutte le forze incampo: polacchi,tedeschi, inglesi ecc. A tutti quelli che gli fanno domande su queigiorni lui racconta la sua storia personale che diventa memoria collettiva. Tutto un pòstancante per una persona che comincia ad avere una certa età e allora, incoraggiatoanche dei figli, scrive un libro di memorie di cui è esaurita al momento anche laseconda edizione, ma è possibile scaricare da internet l’e-book grazie al CentroDocumentazione e Studi Cassinati onlus all’indirizzo:www.studicassinati.it/db1/jupgrade/images/stories/libri/.../2004-04.pdf
Ho saputo dai suoi familiari che Mario stava preparando un altro libro di memorie cheriguardano la sua vita in generale e non solo gli anni di guera. Ora che non può piùriordinarlo di persona ci penseranno i figli e i nipoti a metterlo in ordine e a pubblicarlo.Lui ha lasciato appunti e scritti su un’agenda e tutti noi che siamo stati colpiti dalla suaumanità e dalla sua storia di vita, non vediamo l’ora di poterlo leggere.Gianfranco Mollefebbraio 2015