IUna bella serata d'estate,
una festa di compleanno
d'eccezione. Tanti amici,
quelli di sempre ma tutti
insieme come da anni non
capitava. Questo e molto
altro è stata la festa di
Gigio, il 14 luglio, giorno che
i francesi nel 1789 scelsero
come giorno per assaltare la
Bastiglia ben sapendo grazie
alle previsioni di
Nostradamus che nel
ventesimo secolo sarebbero
poi nati uomini illustri
proprio quel giorno.
Per
lo
stesso
motivo
un
signore
scozzese
noto
come
Ian
Anderson
ha
scelto
sempre
il
14
luglio
per
il
suo
concerto
con
i
Jethro
Tull
al
Teatro
Antico
di
Ostia.
Un
giorno
famoso,
una
data
che
messa
sui
manifesti
pubblicitari
del
concerto
attaccati
in
tutta
Roma
avrebbe
dato
lustro
al
concerto stesso.
La
magia
di
quella
serata
ha
prodotto
molti
effetti
speciali.
Fra
questi
l'improvvisa
esplosione
di
ricordi
da
parte
di
Mariolino,
seduto
accanto
a
me
a
tavola
e
pronto
a
snocciolare
una
serie
irresistibile
di
aneddoti
della
sua
esperienza di musicista al fianco di Gigio.
Episodi
per
lo
più
sconosciuti,
qualcuno
già
ascoltato
ma
non
nella
versione
autentica
fornita dal prezioso testimone.
Ma andiamo per ordine.
Anni
sessanta,
a
Roccasecca
c'è
Gianfranco
che
ha
messo
su
il
suo
complesso
e
Mariolino
viene
utilizzato
per
lo
più
come
jolly.
Presentatore,
bassista
di
complemento,
suonatore
di
congas
altrui,
nonché
alla
bisogna
portatore
di
acqua
e
generi di prima necessità.
I
CONCERTI
-
"Gianfrà,
ma
io
che
faccio
?
"
dice
una
sera
Mariolino
a
Gigio
una
volta
giunti
sulla
piazza
di
un
paesino
della
Val
di
Comino.
Tutti
pronti
per
salire
sul
palco,
ma
i
"musici"
ci
sono
tutti
e
dunque
non
c'è
bisogno
di
sostituzioni.
Allora
Gigio
si
guarda
intorno
e
dice
a
Mario
:
"Tu
mò
sona
le
congas".
Che,
detto
per
inciso,
erano
di
proprietà
di
Tonino
batterista
titolare
del
gruppo.
Mario
perplesso
ribatte
:
"Gianfrà
ma
le
congas
di
chi
sono
?".
Imperterrito
:
"Tu
suonale
e
fregatene".
A
fine
concerto
scoppia
la
rabbia
di
Tonino
che
si
precipita
addosso
al
malcapitato
Mariolino
:
"Ahò,
ste'
congas sono mie e non ti permettere più di toccarle".
Ma
a
volte
a
Mario
gira
meglio
come
quando
prima
dei
concerti
del
gruppo
di
Gigio
irrompe
"la
francesa".
Ovvero
la
fidanzata
del
bassista.
"A
me
non
me
ne
frega
niente
d
e
l
l
u
complesso. Se stai cu mme stai cu mme!".
Logica
stringente,
toni
minacciosi
per
cui
il
bassista
rinfodera
lo
strumento
e
prende
la
via
di
casa
sotto
scorta
della
terribile
"francesa"
detta
così
soltanto
perché
aveva
una
zia
emigrata
a
Lione
che
aveva
avuto
modo
di
visitare.
Allora
ci
vuole
il
bassista
di
riserva,
ed
ecco
pronto
Mariolino
a
salire
sul
palco
e
integrare
il
povero
fidanzato
della "francesa".
PRESENTATORE
-
Altre
volte,
senza
le
congas
e
senza
l'intervento
della
"francesa"
a
Mariolino
resta
il
ruolo
di
presentatore.
Lui
da
buon
musicologo
intellettualeggiante
ci
prova
a
trasmettere
al
volgo
che
si
accalca
(
?)
alle
feste
sotto
il
palco
concetti
e
spiegazioni
di
alto
profilo.
Ma
con
ben
poca
fortuna.
Proverbiale
l'assoluto
distacco
e
disinteresse
con
cui
il
pubblico
serale
delle
nostre
feste
di
piazza
segue
gli
spettacoli.
Fossero
di
scena
anche
i
Beatles,
l'atteggiamento
della
serie
"
ma
chisse
chi
gli'ha
chiamate?'' non muterebbe.
Una
sera
il
complesso
di
Gigio
si
esibisce
in
un
paesino
molto
rustico
e
dopo
ore
di
disinteresse
totale,
a
mezzanotte
arriva
una
torma
di
avvinazzati
che
comincia
ad agitarsi e scatena il parapiglia in piazza.
Mariolino
da
buon
presentatore
tenta
di
dominare
la
situazione,
afferra
il
microfono
e
urla
a
tutti
:
"Siete
degli
zombi,
sino
a
mezzanotte
tutti
morti
e
poi
scatenate
il
casino".
Non
lo
avesse
mai
detto,
la
gente
si
rivolta
contro
i
musicisti
e
comincia
a
volare
di
tutto.
"Ma
che
t'è
passato
in mente" urla Gigio a Mariolino.
La
risposta
secca
:
"Scappa
che
arrivano
pietre
da
tutte
le
parti".
SU
E
GIU'
DA
UN
PALCO
-
Inusuale
concerto
invernale,
probabilmente
a
Castrocielo
per
la
festa
di
Santa
Lucia.
Mariolino
ricorda che c'era la neve.
Palco
allestito
in
piazza
alla
bell'e
meglio.
Inizia
il
concerto,
attaccano
i
fiati,
poi
la
batteria
e
poi
dovrebbe
essere
la
volta
della chitarra.
Il
suono
copre
ogni
altro
rumore,
nessuno
si
accorge
di
nulla
sino
quando Mariolino si volta e vede
Gianfranco
sprofondato
sotto
le
tavole
del
palco
con
le
mani
e
la
parte
alta
della
chitarra
uniche
sue
tracce
in
vista
sopra
il
livello
del
palco
stesso.
"Sto
qua",
l'urlo
dei
Gigio
interrompe
il
concerto
che
riprende
solo
dopo
che il nostro è stato tirato su.
E non fu impresa facile. (vedi foto in basso)
PROVE
-
Roma,
scene
da
un
interno.
Lunghe
giornate
di
prove
musicale
del
trio
Gigio
-
Mariolino-
Panella.
A
parte
la
sintonia
musicale,
il
trio
è
nettamente
spaccato
su
un
aspetto
fondamentale
:
il
cibo.
Gli
ultimi
due
sono
praticamente
inappetenti,
per
loro
il
problema
non
esiste.
Invece
per
Gigio
si
tratta,
giustamente,
di
un
aspetto fondamentale.
Scena
prima
.
Mariolino
e
Panella
arrivano
a
casa
di
Gigio,
cominciano
a
provare,
si
fanno
le
tre
del
pomeriggio.
Gigio
sbotta
:
"Ma
voi
due
non
avete
mai
fame
?".
Gli
altri
lo
guardano
come
un
marziano
e
lui
imperterrito
tira
fuori
un
vaso
di
acciughe
sott'olio
preparato
da
mamma
Leda
e
invita
i
due
sprovveduti
a
servirsi.
Mario
e
l'altro
tagliano
un
pezzetto
di
pane
di
Roccasecca
appena
arrivato
e
attingono
con
parsimonia
dal
vaso
:
un
pezzetto
di
pane
e
un
po'
di
acciuga.
Stavolta
tocca
a
Gigio
guardarli
stupito
e
commiserevole.
"Non
avete
capito
come
si
fa.
Guardate
qua".
Gigio
taglia
due
fette
che
attraversano
trasversalmente
l'intera
pagnotta
e
poi
le
imbottisce
letteralmente
con
un
doppio
strato
di
acciughe
grondanti
olio.
E
via
a
morsi,
davanti
agli
altri
due
inebetiti
e
increduli
della
capacità
gigionesca.
"Eccome
come
si
fa,
imparate".
Giusto.
Giustissimo.
Da
qui
si
evince
anche
il
motivo
per cui quel trio non decollò mai.
Scena
seconda.
Sempre
i
tre
che
provano
per
tutto
il
giorno
nell'appartamento
romano
di
Gigio.
Via
Cesena,
sotto
casa
c'è
una
tavola
calda
che
per
Gigio
è
l'ancora
di
salvezza,
l'ultima
spiaggia,
quando
il
frigo
è
vuoto.
Ma
l'ora
della
chiusura
si
avvicina
pericolosamente
e
Mariolino
e
il
famoso
Panella
non
se
ne
curano,
continuando
a
suonare
come
se
nulla
fosse.
Ad
un
certo
punto
Gigio
molla
tutto
:
"Ma
a
voi
non
viene
mai
fame?
"
e
giù
imprecazioni
di
ogni
tipo.
Poi
li
molla
lì
e
fugge
per
le
scale
furioso,
sino
a
che
non
riesce
ad
entrare
nella
tavola
calda
con
la
serranda
ormai
semi
abbassata.
Quando
si
dice
il
salvataggio
dell'ultimo
minuto….
Siamo
certi
che
Mariolino
custodisca
gelosamente
atri
gustosi
aneddoti
sulla
sua
convivenza
con
Gigio.
Speriamo
che
non
ci
vogliano
altri
quaranta
anni
prima
che si decida di aprire i suoi archivi della memoria.
Ferdi
Il brindisi finale ai "racconti della memoria" con il vino
benedetto proveniente direttamente dal Vaticano,
grazie a Scienziato e a Vincenzo, nella foto con il nostro
Direttore, Miria, Gianni e Mario.
Tutte le foto sono state scattate mercoledì 14 luglio
2010 da Mario F. G. Tanzilli "Trapper" e Tommasino
Marsella “La Ruspa”
(n-75 Giugno 2010 Ferdinando)
In una sera d'estate, intorno ad una bella tavolata, emergono dai meandri del passato le…
Gianfranco Molle (da sin.) e i chitarristi Mario Milan e Paolo Piccirilli
11
Castrocielo
(FR)
13
dicembre
1976.
Ecco
il
palco
dove
successe
il
fattaccio:
Gianfranco
con
la
sua
Fender
e
gli
ottoni
del
gruppo.
Racconta
Gianfranco:
“Concerto
all’aperto.
Faceva
un
freddo
cane
e
noi
eravamo
nei
nostri
capposti
per
ripararci
dalla
temperatuta
poco
accogliente.
Io
fui
chiamato
a
bordo
del
palco
dai
Flora
71
che
mi
chiedevano
se
potevano
suonare
qualche
pezzo
anche
loro.
Ritornando
al
mio
posto
si
aprì
una
voragine
sotto
di
me,
un
po’
dovuta
al
mio
peso
e
un
po’
per
il
palco
davvero
vetusto.
Insomma
mi
ritrovai
con
i
piedi
sul
piano
strada
con
una
traversa
di
legno
in
mezzo
alle
gambe,
la
chitarra
di
traberso
sul
palco
e
la
mia
testa
che
appena
affiorava.
Nessun
compagno
del
gruppo
si
era
accorto
del
fatto
e
io
inutilmente
mi
sgolavo
per
chiedere
aiuto,
finche
dal
pubblico
qualcuno
segnalò
l’incidente.
Per
fortuna
io
rimasi
illeso
miracolo-
samente
(Santa
Lucia?)
e
il
concerto
potè
proseguire
normal-
mente: “the show must go on!”