L’occasione
era
ghiotta.
Francesco
Guccini
ha
smesso
da
tempo
di
tenere
concerti
e
di
esibirsi
in
pubblico.
Per
una
volta
ha
accettato
l’invito
per
una
serata
a
Recanati
nell’ambito
di
“Lunaria”
una
pregevole
rassegna
estiva
giunta
alla
sua
sedicesima
edizione
e
che
negli
anni
ha
portato
nella
città
leopardiana
tanti
artisti
della
musica
d’autore,
scrittori
e
giornalisti.
L’id
ea
di
della
manifestazione
è
appunto
l’incontro
fra
la
musica
e
la
parola.
Nell’ultima
delle
quattro
serate
di
Lunaria
2016,
lo
scorso
4
agosto,
Guccini
è
salito
sul
palco
insieme
a
Massimo
Cirri
conduttore
radiofonico
di
Radio
2
dove
è
noto
per
il
suo
programma
Caterpillar.
Ne
è
saltata
fuori
una
chiacchierata
senza
schemi,
un’ora
circa
di
un
Guccini
fisicamente
malmesso
ma
sempre
brillante,
caustico,
ficcante,
divertente,
anche
illuminante,
sia
nel
raccontarsi
che
nelle
frequenti
incursioni nell’attualità.
Alla
fine
dell’incontro
Guccini
ha
salutato
e
al
suo
posto
sono
saliti
sul
palco
“I
Musici”
cioè
il
gruppo
formato
dai
suoi
musicisti
storici
che
lo
hanno
accompagnato in tanti anni di dischi e concerti.
Fedele
alla
sua
decisione
di
non
cantare
più
in
pubblico,
sono
stati
i
suoi
Musici
a
suonare
e
cantare
le
sue
canzoni.
La
voce
di
Flaco
Biondini,
chitarrista
argentino
spalla
di
Francesco
nei
concerti,
ha
sostituito
quella
del
Maestrone
di
Pavana.
Vince
Tempera
alle
tastiere,
Antonio
Marangolo
al
sax,
Pierluigi
Mingotti
al
basso
e
Flaco
Biondini
hanno
eseguito
una
scaletta
con
tanti
titoli
storici
come
Asia,
Canzone
dell’osterie
di
fuori
porta,
Il
vecchio
e
il
bambino,
La
Locomtiva,
e
Dio
è
morto
eseguita
come bis.
Certo,
non
è
la
stessa
cosa,
ma
il
vestito
musicale
originale
ha
garantito
la
genuinità
e
l’atmosfera
senza
tempo
dei
pezzi
che
ancora
una
volta
hanno
catturato
e
avvinto
i
cinquemila
presenti
in
piazza Leopardi.
La
chicca
della
parte
musicale
della
serata
è
arrivata
con
l’incursione
di
Paola
Turci
che
ha
imbracciato
la
chitarra
e
si
è
esibita
in
una
personale
versione
dell’
raccontando
la
sua
grande
passione
per
le
canzoni
di
Guccini.
Ma
a
rubare
la
scena
della
godibilissima
serata
la
lunga
cavalcata
orale
di
Guccini
che,
sollecitato
da
Cirri,
ha
raccontato
la
sua
personalissima
vicenda.
Scene,
episodi,
aneddoti,
commenti
che
hanno
letteralmente
sedotto
il
pubblico.
Guccini
è
partito
dalla
sua
prima
chitarra,
costruitagli
a
15
anni
da
un
falegname
di
Pavana
il
suo
paese
di
origine
dove
è
tornato
ad
abitare
da
anni.
Uno
strumento
non
certo
di
pregio
ma
sul
quale
il
giovane
Guccini
ha
imparato
a
suonare
esercitandosi
all’inizio
su
canzoni
come
Only
You,
Rock
around
the
clock
per
passare
poi
ai
cantautori
francesi.
Esattamente
come
De
Andrè,
anche
il
Maestrone
ha
confessato
di
essersi
ispirato
a
Brassens
e
Brel,
prima
di
approdare a Bob Dylan.
Modena
conclusi
a
causa
di
una
lite
sindacale.
“
Dopo
due
anni
presi
le
mie
prime
due
settimane
di
ferie.
Prendevo
quarantamila
lire
al
mese
che
erano
poche
anche
allora.
Quel
mese
me
ne
dettero
solo
ventimila.
Chiesi
spiegazioni
e
mi
dissero
che
avendo
lavorato
due
settimane
in
meno
lo
stipendio
era
dimezzato.
(di Ferdinando)
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