“La negghia, la negghia … a Casalvieri come se dice la negghia? E allora … dice chiste magar po’ non me capiscene, passame ‘na serata nell’ incomprensione, nell’incomunicabilità, invece no."Comincia così, mentre sta per declamare una lirica sandonatese di "Anonimo dell’800" il concerto-spettacolo tenuto da Fulvio Cocuzzo nella sala del Comune di Casalvieri, organizzato dall’amico Silvio Zincone.Fulvio Cocuzzo, dunque, un professore di lingua e letteratura italiana che va in giro per le città ed i paesi sia con i suoi vivaci spettacoli di burattini, sia proponendo canzoni, poesie e storie della Val Comino. Personaggio colto, indubbiamente, ma allo stesso tempo estroso, coinvolgente, assolutamente travolgente in certi momenti della serata in cui è bravo ad alternare parti declamate, canzoni e brevi ma puntuali incisi storici. Sono tante le citazioni che ci piacerebbe riportare per gli assenti di quella sera che, diciamolo francamente, hanno avuto torto. Valeva la pena sfidare il freddo della grande ed antica sala – peraltro danneggiata visivamente da un improbabile soffitto a strisce ottonate simil bar anni ’60 – per assistere alla scoppiettante esibizione del bravo Fulvio.Ha cantato alcune delle canzoni più celebri del suo repertorio – Gliu tarramute, Gliu cuccione, Nenna seia, Glie brigante, Terra di lavoro - e tante altre fino al bis inaspettato con l’epica "Suddista", a metà tra un rap e una canzone-denuncia alla Bob Dylan prima maniera.Tra una canzone e l’altra ha raccontato, cercando di mantenere un filo cronologico degli avvenimenti, la storia della Val Comino degli ultimi dieci secoli. Dai Saraceni agli Spagnoli e ai Francesi, passando per il controverso periodo del brigantaggio, Fulvio ha cercato di far rivivere la sua zona d’origine in epoche diverse e sotto diversi dominatori. Storie di sopraffazioni, di sofferenze, di emigrazione (anche nel presente) che si alternano ad aneddoti divertenti. C’è quell’ufficiale francese che si lascia andare ad un atteggiamento blasfemo e provocatorio in una chiesa e viene colto da una crisi
epilettica provocatagli da San Donato "E’ gli uniche Sante che non sule protegge dall’epilessia, ma se nen te staie attiente, te la fa pure venì". C’è il nullafacente (gliu cuccione) che parte per andare a lavorare in Germania e torna la sera dopo "Nen ce facea all’aria in Germania … nen ce proprio facce alla fatìa!". E certo, in Germania ce facea fridde e se dovea fatià, invece a San Donato ci sta sempre il sole. San Donato ti dà gratis "Ciele a vedè, e terra a’ cammenà" e così gliu cuccione sta sempre ‘n miese a na via, co’ ‘na spiga ‘mmocca!. Ed il politico nostrano che in comizio sostiene con forza "Noi vi abbiamo portato l’acqua in paese!" ed un arguto personaggio del luogo gli risponde "E ie me voglie bive l’acqua de’ puzze ma a te nen te voglie venì a riverì".Tutto lo spettacolo è andato avanti in un clima di grande partecipazione e divertimento, grazie anche alla capacità del "nostro" di proporre situazioni anche serie con un pizzico d’ironia senza quella "retorica da depliant" su cui lui stesso ironizza: "Ormai esiste tutta una cultura del depliant … carta patinata, la foto con l’alone tipo matrimonio, mai che cominziassero in un modo normale tipo Picinisco c’ha 2000 abitanti… no no perché l’inizio è sempre metaforico deve essere suggestivo, retorico … comenzane … arroccato su uno sperone roccioso … immerso nella natura ancora intatta della dorsale appeninica – che sarà sta dorsale ‘nsze mai capite - alle propaggini della catena … sull’acrocoro, ma do’ cazz’ stiave sti paesi nze capisce… ma quande maie!"Chiudiamo con una proposta convinta. In parecchie occasioni a Roccasecca, come in altri paesi, sono stati invitati personaggi cosiddetti famosi, quando esistono personaggi così completi come Fulvio Cocuzzo. E o scriviamo convinti. Se siete fortunati potete trovare presso amici un CD con la registrazione dell’evento, oppure cercate cercate che di questi spettacoli Fulvio ne fa 3 o 4 l’anno.Riccardo Milan