L’Eco di Roccasecca - Anno 20 - n-ro 100
Carissimi Ammetto che, mea culpa , da anni non  ho contribuito con un solo rigo alla redazione dell’Eco. Mi vien da considerare che intorno al 2000 (la memoria ormai  mi fa difetto) ero ancora nel  Profondo Sud  (Australia) ed ,appunto con l’acronimo   UPDS  (uomo dal profondo sud) affibbiatomi dal Direttore, collaboravo con una buona frequenza. A questo punto forse  vale la pena di riprendere proprio  da allora  ed andare avanti a puntate. Se riprendo  gradualmente è probabile che, come per il cibo, l’appetito vien mangiando, ricominciare a scrivere per l’Eco costituisca un preriscaldamento per successivi  pezzi su argomenti disparati proprio come è nello stile della nostra rivista. Iniziamo quindi dal fatto che proprio in quegli anni stavo per affrontare  una ennesima esperienza lavorativa  nella Grande Isola  (L’Australia ha un superficie  23 volte maggiore  di quella italiana!) e proprio mentre mi stavo dirigendo verso  il Territorio del Nord per prendere servizio ed essere addestrato come guida nel locale deserto. Ero da solo a bordo di un camper Toyota Land Cruiser 4 x 4  da riconsegnare alla sede  di  Alice Springs per conto della Britz  Australia , una ditta di noleggio veicoli,  e davanti  a me avevo circa 2500 chilometri da percorrere  lungo  un itinerario  mai seguito  precedentemente. Avevo scelto di non prendere l’aereo od un  bus della Greyhound  Australia  in quanto volevo tirarmi dietro scorte alimentari  (oltre a vino e birra in quantità industriale) non deperibili bastanti per mesi. Ero già stato informato che tali generi  costavano  a Yulara (Ayers Rock) almeno 4 volte più che a Melbourne. Solo dopo scoprii che, spostandomi  per accompagnare i miei clienti, potevo andare a far acquisti  a circa 450 km di distanza nell’unica città (circa 27.000 abitanti e quindi  da considerare come un far spesa a…Cassino) esistente “nelle adiacenze”. In realtà corre voce (leggende metro… desertiche ? Simili a quelle che sull’ECO sono state spacciate per  metro roccaseccane?  Ogni mondo è paese!) che ai tempi dei primi insediamenti in loco , se qualcuno chiedeva dove fosse il monolito sacro agli aborigeni (Uluru) si sentiva rispondere :”In fondo alla strada”. Peccato che tale  fondo fosse a centinaia  di chilometri. E’ chiaro che la percezione delle distanze è un po’ diversa da quella che abbiamo noi. In quei giorni mi mancavano ancora esperienza ed addestramento (non immaginavo ancora che pochi gg dopo , essendo a corto di personale, mi avrebbero  mandato allo sbaraglio ed avrei dovuto fare di necessità virtù ma queste erano carenti per cui fui costretto ad essere “molto “creativo”) per cui  non ero così tranquillo mentre, dirigendomi  verso ovest e lasciatemi alle spalle  Melbourne prima ed  Adelaide  poi, avevo puntato decisamente verso nord con destinazione finale appunto  Alice  Springs . Sia viaggiando che una volta giunto a destinazione, mettevo  giù una serie di note (qualcosa di simile ai “pizzini”)  con osservazioni, considerazioni  e curiosità  a volte corredate da foto (solo cartacee visto che quelle digitali erano solo agli albori) che vi avrei  fatto  pervenire. Ricordo vagamente di cartelli  e località dai nomi improbabili od altre che potevano anche avere un senso logico ma non per questo meno strano. Prometto che se e quando salteranno fuori cercherò di farne buon uso.  Nel frattempo, fra traslochi,viaggi ed altri lavori ( ad es. nel 2004 e 2005 mi ero spostato in Sudan nel deserto della Nubia). Forse questa attività potrà essere più avanti  fonte di  altre cronache relative  a situazioni che ho spacciato per divertenti anche se a  volte si sono rivelate  pericolose o logoranti). Relativi  promemoria  e foto  sono finite a loro volta chissà dove. C’è un  proverbio che  recita:  la casa nasconde ma non ruba. Sarà vero? Abbiate fede!
“Attualmente” ho di nuovo in corso un lento (poliennale) trasloco da un abitazione di Segrate  a quella in cui vivo in quel di Milano e forse un giorno  torneranno alla luce. Si spera che nel frattempo non abbiano perso immediatezza ed interesse. A ben pensarci non si  trattava d’altro che della  cronaca di un nuovo viaggio/avventura cui mi stavo accingendo. Continuo quindi a riallacciarmi a quel periodo proprio perché, come dicevo prima, a quei tempi  ero molto presente mentre nel 15ennio successivo  mi sono limitato a qualche sporadica fornitura di materiale che  Riccardo, da buon Uomo Ragno (sa arrampicarsi  quanto e più di me sugli specchi!)  ha elaborato  in funzione redazionale e pubblicato. Ora mi sembra di creare un ponte con una enorme campata che copre oltre  un quindicennio di assenza. Più avanti  potrei  rimettermi a collaborare  (si dice : le vie dell’inferno sono lastricate di buone intenzioni!) con una presenza più correlata ai nostri giorni. So bene che qualche incursione in situazioni passate  me la concederò ma  ne chiedo venia fin da ora.  Intanto continuo  a sentire molto la  mancanza dei i suddetti  appunti che  darebbero un senso di freschezza alla cronaca. Provo ad andare a  braccio ed a memoria. In fondo, continuo a ripetermi, sono trascorsi solamente  16 e più anni! Ricordo quindi di essere  partito una mattina alle prime luci dell’alba dalla mia abitazione di Melbourne  ed essermi  diretto a nord-ovest verso Adelaide. Qui la rotta avrebbe curvato bruscamente quasi ad angolo  retto puntando  in modo deciso  verso  il cuore del continente. L’andatura  non poteva essere veloce in quanto le interstatali  e le cosiddette superstrade sono come e peggio della Casilina. (Dovrò ricordarmi di parlarvi della Gunbarrel Highway  lunga 1350 km e che di una Superstrada non ha nulla: è una pista sterrata). Esse attraversano paesi e paesini (le città medio grandi  sono davvero poche) dove bisogna rispettare i limiti di velocità visto che da quelle parti  hanno la multa facile. Al tramonto del primo giorno di guida mi sono fermato per ragioni di sicurezza alle spalle di una stazioncina di polizia. Non si sa mai. Da noi si direbbe:”pe nen sapé né lègge né scrive”. Giusto?  Ero già oltre Adelaide ma non  potevo andare oltre. Infatti mentre nelle grandi città e loro dintorni si può guidare anche  di notte, nell’interno (outback) le assicurazioni ti impongono di fermarti prima del buio in quanto non ti coprono se investi degli animali. Di questi ce ne possono essere di grossi come i canguri rossi  o, peggio, dei cammelli afgani (questi non sono autoctoni  ma proverò a parlarvene  più avanti)  allo stato brado ma potrebbero capitare anche  bovini sfuggiti da qualche allevamento. Gli unici mezzi autorizzati a circolare dopo il calar della sera sono i cosiddetti treni della strada (road trains) che hanno una motrice ed una serie di rimorchi  che possono raggiungere complessivamente una lunghezza massima di 57 metri (in certe zone minerarie sono anche più lunghi).  Ora facciamo che la sosta di quella sera coincida con quella dell’attuale puntata e riprendo al più presto con la successiva. Alla prossima gente! UDMN (Uomo Dal Medio Nord) Alias Angelo
1a puntata Dal profondo sud del mondo
(Riccardo da n-ro 31 gennaio 200)
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Road Train (treno della strada) - Australia