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Riavvolgiamo il nastro
T
anto
tuonò
…
che
piovve!
Ma
invece
di
venir
giù
un
bell’acquazzone,
è
caduta
una
pioggerellina
talmente
inconsistente
che
non
ha
partorito
neanche
un
accenno
di
pozzanghera.
In
altre
parole,
tanto
fu
atteso
il
fatidico
Numero
100
che,
una
volta
arrivato,
invece
di
fungere
da
spinta
per
un
rinnovato
impegno
a
crearne
altri
100,
ha
avuto
un
effetto
soporifero
che
ha
bloccato
tutti
gli
articolisti
dell’Eco.
Insomma,
per
8
mesi
si
sono
quasi
tutti
assopiti,
quasi
appagati
dopo
l’ubriacatura del Centenario.
A
questo
punto
mi
sembra
opportuno
spingere
il
tasto
di
riavvolgimento
del
nastro,
come
si
faceva
sui
vecchi
registratori
a
cassette,
tornare
indietro
e
ripartire
dal
101,
con
l’obiettivo
già
prefissato
al
n.
200
entro
il
2046.
Anche
perché
ci
sarebbe
da
eguagliare
un
record
quasi
irraggiungibile.
Ho
letto
che
Don
Andrea
Spada,
nato
il
24
gennaio
del
1908,
giorno
in
cui
la
Chiesa
ricorda
San
Francesco
di
Sales,
guarda
caso
patrono
dei
giornalisti,
fu
Direttore
dell’Eco
di
Bergamo
per
51
anni.
Io
sono
arrivato
al
ventiduesimo
anno,
me
ne
mancherebbero
29
per
raggiungerlo,
nel
2046,
a
91
anni,
un’età
sufficientemente
matura
e
consona
a
tale
aspirazione.
Per
fare
certe
cose
bisogna
mettersi
a
lavorare,
bisogna
ripartire
con
rinnovato
vigore
e
anche
con
nuove
idee
per
coinvolgere
sempre
più
lettori.
A
Roccasecca
durante
il
mio
breve
soggiorno
estivo
sono
stato
avvicinato
da
più
di
una
persona
che
mi
ha
chiesto
se
l’Eco
avesse
chiuso
bottega,
dal
momento
che
da
mesi
non
lo
vedevano
nei
“punti
di
diffusione”
come
Casa
Molle,
Casa
Vicini,
le
Macellerie
Munno.
Insomma,
a
quanto
pare
l’Eco
continua
ad
avere
parecchi
ammiratori,
a
dispetto
della
scarsa
partecipazione
al
gruppo
facebook
degli
Amici
dell’Eco
di
Roccasecca,
a
dispetto
dello
scarso
afflusso
di
contributi
da
parte
dei
tanti
ammiratori
presenti,
a
dispetto
della
proverbiale
pigrizia
dei
roccaseccani.
“Ce
sarebbe
da
scrive
il
101”
…
“Ah,
bene,
e
quanne
sarebbe?”
…
“mo’,
subbite!” … “Aaah, me credea”.
Roccasecca,
si
sa,
è
terra
di
ferrovieri,
ed
infatti
qualcuno
ha
fatto
dell’ironia
dicendo
che
l’Eco
101
era
finito
sul
binario
morto.
Finalmente
la
motrice
lo
ha
spostato
e
lo
ha
rimesso
in
carreggiata.
Cerchiamo
di
viaggiare
più
celermente
verso
il
102,
magari
in
tempo
per
Natale.
A
proposito
dei
contenuti,
prendendo
spunto
dal
titolo
c’è
un
lungo
reportage
sull’era
delle
musicassette,
poi
la
terza
puntata
dello
Straniero
di
Renzo
Marcuz,
Le
tastiere
del
Rock
e
la
clamorosa
protesta
alle
Olimpiadi
del
1968
da
parte
di
Ferdi,
due
simpatiche
storielle
dal
pittore
Carlo
Ielo
e
due
lontane
pagine
di
cultura ciociara a chiudere questo sospirato 101. Buona lettura a tutti.
Il Direttore