L’Eco di Roccasecca - Anno 22 - n-ro 104
civiltà contadina. La casa è praticamente identica, ristrutturazione conservativa a parte, a come era quel tragico 2 gennaio 1960, giorno in cui si consumò la fine di Fausto. Nove camere distribuite su tre piani. Al piano terra molto interessante la stanza che Fausto aveva fatto modificare da cucina a camera per la madre Angiolina. Ma, prospiciente l’ingresso, in una porzione di sottoscala, l’incredibile “palestra” dove Coppi si allenava quando non usciva in bicicletta a causa della neve. Dei rudimentali rulli, in realtà un meccanismo che teneva la bici sollevata da terra, accanto a setacci e altri utensili e dietro un grosso catino per lavarsi. Più avanti il salottino “buono” realizzato solo dopo che era diventato un campione con una delle primissime tv dell’epoca. La bicicletta di Fausto Coppi Campione del Mondo Un ambiente dove riceveva giornalisti ed ospiti di riguardo. Si perché Fausto benché dopo il matrimonio, e anche successivamente alla separazione dalla moglie e all’avvento della famosa Dama Bianca al secolo Giulia Occhini, aveva scelto come luogo di residenza la vicina Novi Ligure. Ma a Castellania tornava spessissimo, sia per il legame con la madre Angiolina che per gli amici e i luoghi. Il suo animo contadino, i riti della terra, la passione per la caccia, le strade di collina per allenarsi erano tutti legami molto forti. Salendo al primo piano ci sono le stanze dei trofei e delle bici, quella rosa della Gazzetta dello sport con le 88 prime pagine dedicate negli anni a Fausto, le maglie più importanti compresa quella originale iridata di campione del Mondo. Poi la stanza da letto dei genitori con il letto dove il 15 settembre del 1919 Fausto nacque, quindi la sua stanza. Un ambiente che fotografa lo stile di vita dell’Airone: sobrietà se non frugalità. All’ultimo piano la stanza del fratello Serse, anch’egli tragicamente scomparso a causa di una caduta nella Milano – Torino e infine la stanza dove è stata ricostruita una scena con lo scopritore di Coppi, il massaggiatore cieco Biagio Cavanna, e i suoi due gregari più fedeli Ettore Milano e Sandrino Carrea. Robe da corsa, mobili, suppellettili, bici, abbigliamento e utensili dell’epoca che rendono un’atmosfera molto particolare. Uno spaccato dell’Italia contadina del Novecento frammista all’epopea del campione. Il tutto vivificato dai racconti ricchi di aneddoti e di informazioni di prima mano della signora Anna. Impagabile, preziosissima e imprescindibile guida. Il padre della signora Anna è stato coetaneo di Fausto, le famiglie hanno sempre vissuto a due passi di conseguenza le testimonianze sono di primissima mano. Poi preso congedo dalla nostra guida la visita al Centro di Documentazione, purtroppo chiuso nella circostanza, dove si possono vedere documenti e filmati d’epoca, e nel punto più alto del paese il mausoleo con le due tombe di Fausto e Serse affiancate.
Un luogo trasformato in una specie di santuario pagano dagli omaggi di tifosi e sportivi che giungono in tutti i periodi dell’anno dai posti più disparati. Italiani e stranieri. Ma tutto il paese di Castellania è diventato ormai un museo del ciclismo a cielo aperto. Foto, gigantografie, stradine, piazzette, murales, monumenti, tutto parla di Fausto e della sua epopea. Nel 2017 da Castellania è partita una tappa del Giro d’Italia e sembra che nel 2019, in occasione del Centenario della nascita di Fausto potrebbe arrivare il Tour de France. Alla fine risalgo in moto, dopo quasi tre ore di visite, emozionato e felice nonostante l’orario ormai tardo e l’esigenza di accelerare il viaggio per evitare il buio. A ora di cena l’arrivo a Novello, nelle Langhe. Un territorio ormai ultra celebrato ma che non avevo mai visitato. Grazie ai miei gentilissimi ospiti, Pina e Bruno e al loro cane Barak mi sono subito sentito di casa. Cena, giratina in paese e poi a nanna per recuperare la stanchezza dei (…continua)    
Sacrario Fausto e Serse Coppi
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Un viaggio motociclistico. Ma ciclistico 2/5