L’Eco di Roccasecca - Anno 22 - n-ro 104
Un viaggio motociclistico. Ma ciclistico. Ancona, Tortona, Castellania, Novello (Cuneo), Alte Alpi, Briancon, Alta Savoia, Haute Maurienne, Bourg d’Oisans, Colle della Maddalena, Langhe. Un itinerario ispirato, inutile negarlo, dal desiderio di ripercorrere strade e valichi del ciclismo. Salite ed asperità sulle quali il Tour de France e spesso anche il Giro d’Italia hanno visto scrivere pagine leggendarie della storia di questo sport. Ma un itinerario studiato e pensato anche per visitare degli scorci di quella Francia fatta di valli, borghi, piccole città, a cavallo di territori che nel corso della storia sono rimasti in bilico a lungo fra il Piemonte e i transalpini. La partenza da Ancona il primo settembre fra mille dubbi dovuti a previsioni meteorologiche catastrofiche. Mi sono affidato a “Il Meteo” che mi sconsigliava la via classica attraverso Bologna e Piacenza per poi deviare verso il Piemonte. Forti piogge annunciate per la tarda mattinata già ad Ancona. E allora bando alle ciance e ai timori. Fuori dal letto presto, ho caricato la mia Bonneville e di buon mattino mi sono buttato verso l’interno: Fabriano, Perugia, lago Trasimeno, Arezzo e via verso Firenze. Nuvoloni neri minacciosi ma niente pioggia. L’impressione che i temporali, in pratica, mi inseguissero ed infatti Patrizia mi ha confermato che già alle 11 ad Ancona diluviava. Invece la mia fuga dalla tempesta ha avuto successo, ad eccezione per un paio di inevitabili spruzzi di pioggia sulla FI-PI-LI e dopo Pisa sull’autostrada per Genova. Una scelta azzeccata quindi non solo dal punto di vista del meteo ma anche per gli stupendi scorci della riviera ligure che percorrere l’A 12 in motocicletta permette di godere appieno. Dopo La Spezia in particolare un susseguirsi di golfi ed insenature, paesini rivieraschi, colline a picco sul mare. Moneglia, Zoagli, Sestri Levante, Chiavari, Rapallo, il promontorio di Portofino e poi Santa Margherita, Bogliasco e Genova che più che vedersi si intuisce. Fermata per il pranzo a Sant’Ilario, poco prima di Genova. Inevitabile il pensiero a Fabrizio De Andrè: la sua celeberrima Bocca di Rosa la fa scendere proprio alla stazione di Sant’Ilario. Dopo essermi rifocillato, di nuovo in sella con deviazione quasi immediata sulla A7 evitando così le complicazioni post tragedia del ponte Morandi. Un’ora e mezza di moto e a Tortona fuori dall’autostrada. A una trentina di chilometri, arroccata sulle colline che si affacciano sulla pianura piemontese c’è Castellania. Da sempre avevo in animo di visitare i luoghi natali di Fausto Coppi, mia icona assoluta. Quindi deviazione obbligatoria e via verso Castellania. Un borgo di poche case, ma già da parecchio prima di giungervi la strada, gli incroci, le case anche dei paesi del vicinato sono tappezzati di riferimento al grande Fausto. Spiccano in particolare le gigantografie di foto che lo ritraggano sia in corsa che nei momenti di vita normale. Arrivato a Castellania fermo la moto nell’apposito parcheggio davanti al mausoleo dove riposano le spoglie mortali di Fausto e Serse Coppi. Ma l’aspetto più interessante della per me commovente visita si è rivelato essere l’ingresso nella casa del Campionissimo. Grazie alla preziosa guida della signora Anna Tegaldi che abita proprio dirimpetto alla casa di Coppi ho potuto entrare e trattenermi a lungo in tutte le stanze dell’abitazione. La signora Anna è un cicerone gentile ed informatissimo. Il prezzo per la visita alla casa museo di Fausto e Serse Coppi costa appena 2,50 euro. Se non ci si è prenotati, e io non lo ero ovviamente, si può suonare il campanello della casa di fronte come da indicazione scritta su apposito cartello. Così io ho fatto. Dopo qualche attimo si è affacciata la signora Anna, subito disponibile per accompagnarmi nella mia visita guidata. Avevo letto qualcosa circa la casa del Campionissimo ma devo dire che si tratta di un ricco museo storico sportivo ma anche di autentica  (…continua)    
8