19
Questo numero dell’Eco, dedicato a Gianfranco, non può chiudersi che con due articoli da lui scritti
nel 1999 (Eco n. 22 e 23) sul tema a lui caro della tradizione musicale in Ciociaria.
La Tradizione Orale
(parte prima)
Il nostro amico Gianfranco, abilissimo strumentista, cantante, maestro di chitarra e, soprattutto,
grande appassionato di Musica (con la M maiuscola), ci propone una panoramica accurata e molto
approfondita dei “Canti popolari ciociari”. In particolare, in questa prima parte del lavoro (che
verrà pubblicato a puntate), si sofferma su una delle caratteristiche di questo tipo di canti, e cioè
la “tradizione orale”. Tramandare oralmente storie, aneddoti, parole, usi e costumi, lo sappiamo
bene, fa parte della nostra stessa tradizione, è uno dei tanti modi di perpetuare aspetti differenti
di ciò che globalmente rientra sotto la definizione di “cultura”. Nel campo della musica e dei canti,
questo aspetto assume un significato ancora più evidente, in quanto il semplice atto di aprire la
bocca e di farne uscire delle strofe cantate, dà immediatamente l’effetto della musicalità che si
tramanda di persona in persona. Può essere modificata una parola, o un’intera strofa, ma il canto
perpetua la sua vita attraverso gli anni, da una generazione all’altra.
Ricordo che tanti anni fa parlavo con mia nonna e mio nonno, contadini, delle canzoni che loro
cantavano da giovani. Era il periodo che andava molto di moda la musica popolare ed io,
solleticato dalla stessa curiosità di tanti, andavo riscoprendo le mie radici, e quale miglior modo di
farlo se non con quei due perso-naggi che facevano parte della mia stessa vita? All’epoca avevo
trovato un libro del Colacicchi che parlava dei canti popolari di Ciociaria; sul quale per ogni canto
veniva riportato il paese dove era stato raccolto. Verificavo, soprattutto con mia nonna, i canti
provenienti da Pontecorvo e da Roccasecca. Le feci poi ascoltare un canto di Sora, chiedendole se
lo conoscesse. Mi rispose di no.
Il canto faceva cosi’ :
Me l’ha ditto ne signore
Che mannaggia chi se’ nsore
Chi le pensa le nsura’
Ca la moglie ci ha da fa
Che la moglie e’ na catena
Non se po’ piu’ scatena’.
Ohi oh li, ohi oh la
Mo’ te racconto come va.