L’affascinante mondo delle copertine dei dischi

Riprendiamo il tema delle copertine - le cosiddette "covers" - dei dischi di musica rock. Abbiamo preparato, per ora, tre puntate che vanno ad aggiungersi a quella pubblicata con l’Eco di Pasqua (il n.13), che intitolammo "Suoni e Colori". In quella occasione facevamo notare l’intrinseca bellezza di certi disegni molto colorati, di grande impatto , pur nella loro sem-plicità, che avevano contribuito non poco al successo dei relativi dischi di Allmann Brothers, Marshall Tucker Band e altri gruppi soprattutto statunitensi. Rimaniamo dunque nel campo delle copertine tipo "quadro".

Con il primo disco (in alto) possiamo ammirare una delle copertine più belle e fantasiose della storia del rock: i celeberrimi tostapane volanti con orologio incorporato che celebravano il memorabile concerto dei Jefferson Airplane al Winterland di San Francisco del 1973. Il titolo esatto era "Thirty seconds over Winterland" e il valore della registrazione era pari a quello della copertina.
 

Vediamo ora la stupenda immagine (a disco totalmente aperto) che accompagnava la famosa "London Session" del vecchio bluesman Muddy Waters, accompagnato per l’occasione - era il 1972 - da alcuni grandi del rock come Steve Winwood e Rick Grech (Traffic),l’irlandese Rory Gallagher, l’ex batterista di Jimi Hendrix, Mitch Mitchell ed altri. Il disegno stile pop art con Muddy vestito da "bobby" è realmente bellissimo.

 

Il vecchio J.J. Cale ha sempre pubblicato dischi con covers molto accattivanti, ne abbiamo scelta una tra le tante, in cui una chitarra da "vagabondo sulla strada" spunta da un vagone di un treno merci, da "Okie". A fianco, rimanendo in tema di veicoli, una macchina avanza tra le montagne sotto un terribile temporale in "Feats don’t fail me now" dei Little Feat (1974).

 

 

Altri due dischi, altre due opere particolari: sul primo, "Stonedhenge" dei Ten Years After di Alvin Lee del 1969, prevale un’atmosfera cupa e tra le misteriose pietre della piana di Salisbury. Il secondo disco, dei frivoli Sweet, sembra un disegno di un bambino, con il titolo scritto sulla schiena del protagonista della canzone-guida "Poppa Joe". Musicalmente povero, appartenente a quella "bubble music" che andava di moda nei primi anni ‘70.

 

Concludiamo con il superbo "Hot Line" della J. Geils Band (i Rolling Stones degli USA!). Questo scottante LP aveva, nella copertina originale, la parte della cornetta che si staccava dal supporto del telefono: grande!

 

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