Caro vecchio Melfa

 

La bellissima immagine scattata dal nostro fotografo Franco Nardi ci presenta un tratto del fiume della nostra città, il Melfa, o, come preferiscono i Roccaseccani "la Melfa". Questa foto - ma consentiteci di dire che sembra proprio una cartolina - ci fornisce lo spunto per dedicare a questo vecchio corso d’acqua (quando ne ha) un breve brano ripescato su un libro di Torquato Vizzaccaro. Pensiamo di fare cosa gradita a quanti come noi hanno sempre avuto una certa predilezione per questo fiume con poca acqua, ma tanta storia. Ricordiamo come fosse oggi quando, con Mario e Vincenzo tentammo addirittura di costruire una zattera con la quale poi avremmo sfidato le rapide del Melfa. Finì che chi scrive cadde su una pietra aguzza durante l’assemblamento dei "tronchi" e rimase col ginocchio bloccato da una profonda ferita per quindici giorni. Ma non per questo il mito del Melfa ne uscì ridimensionato, tuttaltro; il mancato varo della zattera ne accrebbe la leggenda negli anni a venire. Ecco come il nostro fiume viene descritto nel brano citato.
"Il Melfa, nascente a sud della Meta, nella Valle di Canneto, nell’alto corso riceve le acque del torrente Rio Settefrati-Gallinaro e Mollarino nelle immediate vicinanze di Atina, poi quelle del Rio Molle e del Rio Nero in tenimento di Casalvieri. Dall’orrido della Meta, ove si origina con veri scenari aperti, lambisce, oltre Picinisco, Gallinaro ed Atina, anche Casalvieri e Casalattico, nulla togliendo alla continuità del Monte Cairo; scorre poi nelle gole di Monte Cerreto (m 1075) e Monte Riccio (m 743) alle spalle di Casalvieri. Tocca poi nel basso corso i territori di Santo Padre e Roccasecca, finchè, nelle immediate vicinanze dei pozzi di petrolio di San Giovanni Incarico, si unisce al Liri, accorrente da Isoletta."

 

Quando a Roccasecca piovve vino

 

Un’altra fotografia molto particolare, che Franco ha tratto dai suoi immensi archivi di immagini che ne contengono circa 81.000, di tutti i generi ed epoche. Ricordiamo che Franco usa fotografare lo stesso tratto di strada più volte, in diversi momenti dell’anno, in differenti anni e stagioni, in modo da avere, nel tempo, tanti aspetti dello stesso posto. L’immagine in alto raffigura una moltitudine di Roccaseccani che tenta di proteggersi con gli ombrelli da una imprevedibile pioggia di ... vino! In realtà si tratta di uno di quei giochi di luci e fontane che vengono spesso presentati nel corso delle feste paesane o rionali.

 

Il Gatto è sacro non solo in Egitto, ma anche in casa Vicini.

Niente di più vero. Basta osservare le due foto a fianco: i gatti della famiglia Vicini hanno sempre diritto alla postazione migliore, sia in casa, tra i volumi dell’enciclopedia (!!!) ...

sia al di fuori, sul davanzale, in attesa che Maria , Patrizia, o qualche altro membro della famiglia, porga qualcosa di succulento da divorare. Non solo ippopotami, dunque!

 

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