L’affascinante mondo delle copertine dei dischi (3)

 

Siamo alla terza puntata, ma sarebbe la quarta se contiamo quella di Pasqua dell’Eco 13, sulle copertine pių particolari dei dischi di musica rock. E’ vero che abbiamo pubblicato molti servizi anche sui personaggi e i dischi della musica leggera italiana, ma questo non pensiamo si traduca in un "eccesso" del tema sulle pagine dell’Eco, perchč l’argomento "musica e dischi" č uno dei pių richiesti a tamburo battente dalla maggior parte dei lettori. I dischi scelti questa volta sono tutti famosi e hanno la caratteristica di presentare copertine di genere fantastico e fiabesco.

"Songs from the Woods" dei Jethro Tull (del 1977), pių volte citati sulle nostre pagine, presenta sul davanti uno Ian Anderson versione boscaiolo e sul retro un’immagine bellissima: un tronco tagliato sui cui solchi scorre un braccetto di giradischi. Veramente creativo e unico. Dal punto di vista musicale č uno degli album pių "bucolici" dei Jethro, e faceva seguito al pių sfacciato - anche nella copertina - "Too old to rock’n’roll, too young to die"; conteneva vere gemme di folk-rock come "Jack in the green", "Velvet green" e, ovviamente, "Songs from the wood".

 

Altri due dischi storici: "Tarkus" degli Emerson, Lake & Palmer, probabilmente il gruppo degli anni ‘70 che ebbe il maggior seguito a Roccasecca; la copertina mostra una specie di armadillo-tank che avanza nel deserto. "Gentle Giant", č il disco d’esordio dell’ omonimo gruppo "progressive" inglese, con il simpatico faccione del Gigante Gentile in primissimo piano.

    

 

Ancora due pietre miliari degli anni ‘70. A sinistra troviamo Re Artų e le sue leggende, grazie al tastierista - ex Yes - Rick Wakeman, con il suo "Myths and Legends of King Arthur" del 1975. A fianco il pių volte nominato "John Barleycorn" dei Traffic di Steve Winwood, uno dei dischi pių belli in assoluto di tutta la musica rock. E’ del 1970.

 

    

       

La Rock-Opera "Tommy" degli Who del 1969 ha una copertina con le nuvolette che ricorda vagamente uno degli sfondi per computer pių famosi di Windows 95; il disco č bellissimo e imperdibile, cosė come il film che ne fu tratto. Su "Led Zeppelin IV" (1971) c’č poco da dire: il vecchio con la fascina di legna sulle spalle resta un’immagine inquietante da quasi 30 anni, ma il brano "Stairway to Heaven" rimane il pių votato ancora oggi (anche tramite Internet) in tutto il mondo come la canzone pių bella dell’intera musica rock.

 

Concludiamo, come promesso sul numero scorso, con una sorpresa "italiana". Si tratta di "Uomo di pezza" delle Orme del 1972 ed il quasi dimenticato album omonimo del gruppo "Quella Vecchia Locanda", che pure ebbe un certo numero di estimatori all’epoca. Due belle copertine in un ambito, quello italiano, in cui la fantasia non č mai stata molto utilizzata.

 

   
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