DOVE OSANO LE AQUILE
(di Gianfranco)
L’Eco di Roccasecca - Anno 20 - n-ro 100
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pagina avanti pagina dietro Tre sono i soggetti di questa storia: le Gole del Melfa, Tommasino Marsella detto “La Ruspa” e le aquile che sono tornate a vivere in quell’oasi di verde delle Gole.  Le aquile Reali . Scientificamente questo uccello rapace  si chiama Aquila CRISAHETOS (dal greco DORATA) per via del colore della sua testa, appunto Giallo Dorato . È un uccello che può raggiungere un'apertura alare di 2,10 m, 2,30 m ed un peso di 5/6 kg.    La femmina è sempre  piu' grande  del maschio. Le aquile sono monogame e  vivono fino a 35/40 anni e, come è successo nelle Gole del Melfa, costruiscono piu' nidi che di solito utilizzano in modo alternato . Spesso la femmina fa 2 uova  che cova per circa 45 giorni, ma dei due piccoli che ne verranno fuori solo uno sopravviverà. È noto infatti il fenomeno del Cainismo: praticamente il piccolo che nasce per primo uccide il fratello pur di diventare grande, vista l’alta mortalità dei piccoli. È rarissimo ma non impossibile che sopravvivano entrambi. Questi rapaci da 30 anni mancavano per colpa dei soliti bracconieri che, pur di avere un esemplare imbalsanato nella loro collezione, hanno continuato e continuano ad uccidere gli animali protetti. Da sette anni sono tornate con questa coppia i cui componenti da subito  sono stati ribattezzati Ulisse e Penelope.  Le Gole del Melfa  Un territorio pieno di vegetazione e fauna alle porte di Casalvieri e che prosegue fino alle porte  di Roccasecca attraversando altri comuni tra cui Arpino. Santo Padre. Colle San Magno, seguendo una strada chiamata Tracciolino (nata per collegare Casalvieri alla stazione ferroviaria di Roccasecca) che si svolge lungo le rive del Fiume Melfa. E’ quasi un miracolo perchè appena intrapreso il tragitto ci si accorge di essere immersi nella natuta,  seppure non incontaminata come sarebbe logicp che fosse ma per colpa dell’uomo che incivilmente lo usa spesso come discarica. Ci sui rtrova davanti a uno spettacolo inimmaginabile perché, dopo aver lasciato i caseggiato di Roccasecca o di Casalvieri,  guardandosi dietro le spalle per capire cosa è successo, ci si chiede se abbiamo superato qualche porta spazio-temporale come nei migliori film di fantascienza.
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