Guardando i “Musicarelli”
Quando
si
parla
di
“musicarelli”
già
si
sa
che
non
ci
troviamo
di
fronte
a
pellicole
particolarmente
impegnate.
Questo
genere,
o
meglio
sotto
genere,
era
il
più
delle
volte
una
scusa
per
supportare
uno
o
più
cantanti
di
moda
che,
“recitando”
su
copioni
oggettivamente
deboli,
avevano la scusa per cantare i loro ultimi successi.
Premesso
ciò
va
detto
che
alcuni
di
questi
film
ebbero
grande
successo
di
pubblico,
a
cominciare
da
quelli
con
Gianni
Morandi
militare
e
Laura
Efrikian
fidanzata
e
moglie sullo schermo e poi nella realtà.
Alle
volte
però
la
pochezza
dei
film
in
oggetto
è
veramente
disarmante
e
a
poco
valgono
per
tirarli
su
alcune
canzoni
in
voga.
Un
esempio
è
dato
dalla
pellicola
L’immensità
(La
ragazza
del
Paip’s)
il
cui
titolo
è
tutto
un
…
programma!
Già
dal
titolo
e
sotto
titolo
si
percepisce
una
certa
asincronia:
una
canzone
melodica
ed
un
richiamo
al
locale
“beat”
per
eccellenza,
il
Piper
di
Via
Tagliamento a Roma.
La
trama
del
film
è
veramente
scarna,
quasi
appena
accennata,
mentre
grande
spazio
viene
dato
alle
canzoni,
che
alla
fine
saranno
una
quindicina,
comprese
una
di
Lucio
Battisti
ed
una
di
Francesco
Guccini!
L’insolita
coppia
protagonista
è
formata
da
Don
Backy,
che
impersona
Dario,
un
suonatore
classico
di
viola
in
un’orchestra
da
camera
e
la
semisconosciuta
Giunj
Marchese
che
è
Monica,
una
assidua
frequentatrice
del
mondo
beat.
Tra
i
due
nasce
l’amore,
che
rischia
di
rompersi
quando
il
gruppetto
di
beatnik
amici
di
Monica
trafuga
delle
chitarre
Eko
dalla
fabbrica
dove
fa
il
guardiano
proprio
il
fratello
di
Dario,
tal
Amilcare.
Con
l’aiuto
di
Caterina
Caselli,
che
impersona
se
stessa,
con
tanto
di
gamba
realmente
ingessata,
le
chitarre
verranno
recuperate
e
l’amore
trionferà.
Diciamo
che
dopo
un’ora
di
film
la
trama
è
già
andata,
così
l’ultima
mezz’ora
è
un
pretesto
per
assemblare
in
modo
alquanto
singolare
molte
canzoni,
una
dietro
l’altra,
senza un’apparente logica. Guardare per credere!
L’affascinante Patti Pravo interpreta
se stessa cantando Qui e là
I
“ladri
di
chitarre”
scelgono
uno
sfasciacarrozze
per
collaudarle …
Prima
che
Caterina
Caselli
irrompa
tra
le
macchine
di
uno
“Sfascio”
con
un
camioncino
anteguerra
per
recuperare
le
chitarre,
c’è
tempo
per
ascoltare
Nicola
Di
Bari
(proprio
lui!)
nella
lamentosa
Se
mai
ti
parlassero
di
me
curiosamente
issato
sula
carcassa
di
una
Dauphine
anni
’60!
Cosa
ci
facesse
lui
in
mezzo
a
una
trentina
di
Beatnik
(che
tra
l’altro
lo
applaudono
calorosamente) nessuno lo sa.
Subito
dopo,
mentre
i
ragazzi
riconsegnano
le
chitarre
caricandole
sul
camioncino,
la
Caselli
canta
l’impegnata
Incubo
n.
4
(musica
di
Guccini,
testo
di
Caselli-Guccini)
con
tanto
di
immagini
di
guerre
e
manifestazioni
di
piazza!
Si
passa
tranquillamente
da
un’atmosfera
ad
un’altra senza il minimo senso logico.
Tornate
le
chitarre
al
loro
posto,
Don
Backy
si
lancia
in
tre
canzoni,
una
dietro
l’altra,
due
sul
palco
del
Paip’s
inframezzate
da
un’altra
in
un
negozio
di
abbigliamento,
in
cui
riesce
nell’impresa
di
presentarsi
con tre vestiti differenti, chissà perché.
(del Direttoreo)
10
pag. 1/2