La panchina dell’Amore
La PANCHINA DE GLI’AMORE Ferre arruzzenite, legne nfracedate, foglie secche nderra ammucchiate la panchina addò ce seme cunusciute, addò ce seme assettate,              addò te so date gliù prime bacie. Ie me te purtasse a casa ma andò te mette?  Sto a nu palazze in affitte, gli avete nen ponne capi’ pe quante tempe seme state amante! Acqua ncape, maletempe, neve nterra, senza lampione, stavame stritte stritte senza parla’ ascutenne gli’acquazzone,                                   i mo allu calle de gli termosifone me sente ngoglie na tristezza,                      quande passe ngoppa alla Villa me fai nu sguarde chine de tenerezza. “Nen so morta, so i la panchina de gli’Amore ma chi me pò calma’ stu dulore?  Ie nen sente chiù calore!                                       Addo sete ite a fenì giuvene amante,  quande me scallavate cu gli bace i gli chiante. Che ce vo a repurtarve arrete pe nu mumente,   nen le facce pe me, ma p’avvisà tutta la gente: revenete tempe d’abbracce senza cellulare i v’aspette so pronta a recumincia’ tutte dacape”!        Aldo Iorio  
LA PANCHINA DELL’AMORE Ferro arruginito, legno fradicio Foglie secche per terra ammucchiate La panchina dove ci siamo conosciuti, dove ci siamo seduti, dove ci siamo dati il primo bacio. Io ti porterei a casa, ma dove ti metto? Vivo in un palazzo in affitto, gli altri non possono capire Per quanto tempo ci siamo stati amanti. Acqua sulla testa, tempo cattivo, neve per terra, senza lampione Stavamo stretti stretti senza parlare ascoltando l’acquazzone E adesso al caldo dei termosifoni sento addosso una tristezza Quando passo su alla Villa mi fai uno sguardo pieno di tenerezza. “Non sono morta, sono io la panchina dell’Amore Ma chi mi può calmare questo dolore? Io non sento più il calore. Dove siete andati a finire giovani amanti Quando mi scaldavate con i baci e col pianto Che ci vuole a portarvi indietro per un momento Non lo faccio per me, ma per avvisare tutta la gente Ritornate tempi dell’abbraccio senza cellulare Io vi aspetto, sono pronta a ricominciare tutto d’accapo” Aldo Iorio                                                  
(di Aldo Iorio con note di G. Molle)
L’Eco di Roccasecca - Anno 21 - n-ro 102
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Pensavate che, dopo l’uscita del suo ultimo libro di poesie “Dal Tavor al Tabor”, Aldo si fosse fermato e si stesse godendo la sua meritata pensione. Questo lo pensavo anche io. Molti poeti, raggiunta una certa età, si spengono e diventano meno ricchi di immaginazione e sicuramente più poveri di stimoli a voler dimostrare e a mostrarsi.  Per fortuna il nostro poeta, già autore di bellissime poesie, cantore della nostra terra e di quella Roccasecca che fu, non si è fermato e continua a regalarci nuovi versi, nuove emozioni.  Ora più attempato e più saggio la sua poetica si sta colorando di sfumature quasi autunnali, con ricordi ed emozioni tanto che mi sembra di poterlo avvicinare ad altri ben più famosi scrittori che guardano indietro alla loro stagione degli amori vissuti.  Per dire il vero per Aldo si è trattato di una sola stagione dell’amore che ha avuto un suo inizio e che non conosce la sua fine.  La poesia che vogliamo sottoporvi e che con quelle nuove presto vedrà la luce non solo in cartaceo ma sembra, da indiscrezioni emerse, che sarà anche un DVD con l’apporto della recitazione di Tommasino Marsella oltre quella di Ald,  è ‘La Panchina dell’Amore’.  Mi è sembrata una poesia alla Jacques Prévert come “Tre fiammiferi uno dopo l’altro accesi” o “Le foglie morte”, dove il rimpianto di una stagione dell’amore di cui è stata parte importante una panchina della Villa Comunale suscita ancora ricordi e procura un insegnamento alle nuove generazioni. Gianfranco Molle
La vera panchina dell’Amore
Aldo te la declama dal suo telefono