L’Eco di Roccasecca - Anno 22 - n-ro 103
Le canzoni di protesta degli anni ’60                  (parte terza - Country Joe ) Alcune   canzoni   americane   ebbero   vasta   eco,   pur   non   essendo   eseguite   da personaggi   di   prima   grandezza,   soprattutto   grazie   al   fatto   che   alcune   di   esse furono   presentate   al   celeberrimo   Festival   di   Woodstock.   Stiamo   parlando   di brani   spesso   di   stampo   acustico   e   quindi   abbastanza   "morbidi"   da   un   punto di    vista    musicale,    ma    con    testi    molto    graffianti    nei    confronti    dello "establishment" dell’epoca. Erano   i   giorni   degli   ideali   definiti   "utopici"   che   rivendicavano   i   valori   della fratellanza,    della    coesistenza    pacifica    tra    gli    uomini,    dell’antimilitarismo militante. Uno   degli   alfieri   del   movimento   fu   senza   dubbio   Country   Ioe   Mc   Donald   & The   Fish,   personaggio   diretto,   schietto,   sarcastico,   irriverente,   molto   noto nell’ambiente,   purtroppo   quasi   ignorato   in   Italia   (probabilmente   penalizzato dalla   poca   conoscenza   dei   suoi   testi   e   dalla   scarsissima   diffusione   delle   sue canzoni).   I   suoi   brani,   nella   quasi   totalità,   furono   un   costante   e   spietato sberleffo all’establishment. I   suoi   concerti   iniziavano   sempre   con   il   famigerato   "Fish   Cheer",   ovvero   il grido   con   cui   chiedeva   al   pubblico   una   "F",   una   "I",   una   "S"   e   una   "H"   (cioè   il nome   del   suo   gruppo:   FISH),   in   seguito   modificato   in   modo   "oltraggioso", chiedendo   una   F,   una   U,   una   C   e   una   K   (FUCK,   non   credo   sia   necessario tradurre!):   poi   cominciava   a   cantare!   Storica   la   sua   marcetta   a   invito   con   cui esortava    i    genitori    dei    ragazzi    inviati    in    Vietnam    ad    essere    i    primi    ad accogliere   in   casa   le   casse   con   i   propri   figli   morti   in   quel   lontano   paese. Country   Joe   non   ebbe   grande   riscontro   di   vendite,   ma   la   sua   coerenza,   la sua   "militanza",   spesso   ai   limiti   della   legalità,   lo   ha   di   fatto   consegnato   di diritto nella storia del "movimento". Cominciamo   con   "Superbird",   un   brano   tratto   dall’album   "Electric   Music   for mind   and   body"   (1966),   che   è   un   pesante   attacco   frontale,   carico   d’ironia,   al Presidente   Lindon   B.   Johnson,   elevato   a   simbolo   di   tutti   i   reazionari   e   i guerrafondai appartenenti al "potere" da abbattere. Superbird (Superuccello) 1966 Guardate su in alto nel cielo ciò che vi indico E’ un uccello, un aereo, è il mio presidente L.B.J. Sta volando in alto nel cielo Proprio come Superman Ma io ho preso un pezzetto di kriptonite E lo riporterò a terra. Gli ho detto: "Vieni fuori, Lyndon, mani in alto, molla le pistole e vattene in cielo ti ho circondato e non hai più scampo Ti manderò in Texas a lavorare nel tuo ranch"   Che tu lo chiami Superdonna o Supercane E’ sicuro che non gli servirà a niente E ho scoperto perché da una spia russa: Egli non è altro che un fumetto Lo caccino via dal suo posto Ripuliscano il paese Allora sì che avremo un nuovo giorno Che cos’altro? Mi è venuta una fantastica idea Lo aiuti il dottor Strange sulla sua strada! La    canzone    che    segue    è    sicuramente    una    delle    pagine    "storiche"    della canzone   americana   –   e   non   solo   americana   -   di   protesta   contro   l’intervento in   Vietnam.   Pubblicata   originariamente   nel   1967,   ebbe   nuova   e   grande   eco dopo   la   sua   presentazione   a   Woodstock.   Un   pesante   atto   d’accusa   cantato con   tono   sarcastico   e   suonato   come   una   marcetta   di   stampo   vagamente country.   Ancora   oggi   non   c’è   serata   in   cui   non   venga   richiesto   a   Country   Joe di cantarla. I-Feel-Like-I’m-Fixing-To-Die-Rag        (Rag-del-Mi-Sento-Come-Se-Fossi- Inchiodato-A-Morire) 1967 Dai, venite tutti voi grandi uomini forti Lo Zio Sam ha bisogno di nuovo del vostro aiuto Si è andato a cacciare in un grosso guaio Laggiù in Vietnam Così posate i libri ed imbracciate un fucile Ci divertiremo tutti un sacco E uno-due-tre per cosa combattiamo? Non chiedetelo a me, non me ne frega niente E cinque-sei-sette si aprono le Porte del Paradiso Non c’è neanche il tempo di meravigliarsi Evviva! Moriremo tutti! Forza, generali, muovetevi presto Alla fine è arrivata la vostra grande occasione Dovete andare ad acchiappare quei rossi L’unico comunista buono è quello morto E voi sapete che si raggiungerà la pace Quando saranno tutti all’altro mondo Dai Wall Street, non muoverti piano Perché, ragazzi, questa guerra è un affare d’oro Si possono fare tanti soldi Rifornendo l’esercito con i ferri del mestiere Perciò sperate e pregate che se sganceranno la bomba la getteranno sui Vietcong Bene mamme di tutto il paese Spedite i vostri figli in Vietnam Forza padri, non esitate Mandateli prima che sia troppo tardi Siate i primi nel vostro palazzo Il cui proprio figlio torna a casa in una scatola
Country Ioe
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