Invito alla lettura Due libri di Fernando Riccardi
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Due testi storici, un solo autore, il nostro concittadino Fernando Riccardi, che tiene alta la tradizione letteraria della sua famiglia. In "Caprile e la sua storia" ci viene offerta una ricerca esauriente e completa, ricca di particolari (e di note), cosa che appare ancor più sorprendente per un libro non particolarmente corposo (70 pagine). A conferma di ciò è sufficiente leggere i titoli dei capitoli: La Chiesa rupestre di S. Angelo in Asprano, Il vecchio borgo di Caprile, La Chiesa parrocchiale di S. Maria delle Grazie, Lodierno Caprile, Domenico Colessa DAlojsio detto Papone, Caprile nel vortice della battaglia di Cassino. Aggiungiamo che in fondo al testo spiccano note e citazioni di un certo rilievo (tra tutte ci piace citare quella contenente lelenco completo dei parroci della Chiesa di S. Maria delle Grazie dal 1572 al 1850) ed una notevole bibliografia. Vogliamo spendere due righe anche per la prefazione di Vincenzo Tavernese, perché, dopo gli ultimi fulgidi esempi di prefazioni incomprensibili che abbiamo avuto la ventura (!) di incontrare, per una volta siamo di fronte a due paginette chiare, sintetiche e, incredibilmente, comprensibili a tutti. Infine, dalla introduzione "poetica", datata 1978 (e quindi scritta in tenerissima età) scegliamo alcuni versi di Riccardi particolarmente semplici e allo stesso tempo toccanti e significativi, che ci fanno apparire Caprile quella "Venezia della Ciociaria" come qualche tempo fa veniva appellata: | ||
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Passiamo al secondo libro, ovvero alla
monografia del "Brigante Papone", personaggio a cui era già stato
dedicato un capitolo sulla storia di Caprile. Anche in questo caso, su un libro di circa
100 pagine, troviamo una infinità di informazioni e di notizie, frutto di una ricerca e
di una indagine svolte con accuratezza e passione. La vita ed il breve periodo di
"notorietà" di Papone, allo stesso tempo brigante, avventuriero e forse anche
un poco rivoluzionario, si colloca nel periodo della dominazione spagnola nellItalia
meridionale, in particolare nel biennio 1647-1648. Suddiviso in sei capitoli, il lavoro si
apre con un excursus storico, partendo dalla situazione nel Regno di Napoli allepoca
della rivolta di Masaniello. Anche in questo lavoro di Riccardi le note non sono semplice
corredo al testo, ma parte integrante di esso, sovente lunghe e particolareggiate.
Parlando del sistema fiscale eccessivo ed esorbitante adottato dagli spagnoli, si fa
notare che "tale denaro serviva non solo a finanziare linterminabile serie
di guerre nella quale la monarchia spagnola si era da tempo impelagata, ma anche per
appagare lo sfarzo ed il lusso sfrenato di cui la boriosa nobiltà iberica faceva enorme
ostentazione". Si rimanda quindi ad alcune note tra le quali ci sembra
interessante citare quella in cui si riferisce la frase del Duca di Medina, Viceré di
Napoli, ovvero don Ramiro Filippo de Guzman, il quale, in occasione del suo ritorno
in Spagna dopo 6 anni di pesantissime gabelle inflitte ai napoletani, ebbe a dire che
"quattro famiglie, tutte insieme, non avrebbero potuto preparare una buona
minestra a causa della grande povertà". Nei capitoli successivi si passa in
rassegna tutta lattività criminosa di Papone, dal momento della sua liberazione
dalle carceri di Napoli, proprio da parte dei rivoltosi capeggiati da Masaniello
(7/7/1647), passando per le sue conquiste (le città di Sora, Cassino, Sessa, etc.), le
sue sconfitte, fino alla resa ed alla condanna a morte (26/8/1648). A proposito della
esecuzione, avvenuta nella Piazza del Mercato, a Napoli, mediante "arrotamento e
squartamento", essa ci ha ricordato quella subìta dallo scozzese William Wallace
(mirabilmente descritta nel film "Braveheart"). Il cadavere venne tagliato in
varie parti, la testa fu esposta a Sora, gli arti a Caprile ed altre città vicine, quale
lugubre e macabro monito. Ricchissima la bibliografia di ben 5 pagine. Complimenti
allautore e a tutti coloro che leggeranno queste due opere, "piccole ma
belle".
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